Sabatini: “Serve impegno e appartenenza per tornare grandi”

Il direttore di Suning Sports Group Walter Sabatini ha lasciato un intervista al Corriere dello Sport.

INTER : FORZA E ORGOGLIO PER TORNARE IN ALTO

L’Inter ieri ha pareggiato 1-1 con lo Schalke 04. Facendo un’ottima partita e dimostrando che il lavoro fin qui fatto da Spalletti sia stato fondamentale. Sui possibili colpi del mercato nerazzurro ha parlato Walter Sabatini al Corriere dello Sport:

Cosa serve all’Inter per tornare l’Inter? 
“Per prima cosa, come giustamente ha sottolineato Spalletti, serve capire il peso della maglia che si indossa. Chi gioca in nerazzurro deve sempre ricordare che l’Inter è una delle squadre più importanti del mondo. La rosa è fatta di tutti buoni calciatori. Ma evidentemente negli scorsi anni non sono stati valorizzati in modo giusto tatticamente. Prima di tutto dobbiamo lavorare su questo. Se ci riusciremo faremo bene, anche se sarà una campagna acquisti molto difficile”

Perché difficile? 
“Perché viviamo in un mercato molto strano. Oggi, per i calciatori in Italia, girano dei prezzi insostenibili. Quando scatta una clausola da 220 milioni, nonostante magari si parli di Messi, si produce un effetto sugli altri prezzi incredibile.”

 C’è qualcosa di vero nell’interesse dell’Inter per Kroos o è una balla?
«Assolutamente una balla. Non ha proprio senso logico. E’ una ‘chiacchiera’ dei giornali del Nord, ma non ha nessun fondamento». 
 

 Cosa pensa della  vicenda Bonucci?
“Mi ha davvero sorpreso. L’ho sempre pensato e visto come un giocatore immagine della Juve. Ma è una vicenda comprensibile nel calcio di oggi che non lascia scampo a calciatori, dirigenti, allenatori. E’ un disastro che non riusciamo a capire noi, ma neanche i calciatori che sembrano al sicuro, in una società come la Juventus. La decisione di Bonucci può avere senso solo perché viveva un disagio importante. Non può essere una scelta di altra natura».

Lei ha scoperto molti giocatori: Nainggolan, Lichtsteiner, Gattuso, Pastore, Ilicic. Come si individua il segno del futuro campione? 
 Il giocatore mi deve impressionare e far male quando lo vedo. Mi deve colpire. Si possono e si devono fare le analisi statistiche. Ma il campione lo vedi perché ti produce una sorta di ‘colpo al cuore’, una scudisciata, una bottiglia che si rompe, qualcosa di unico, che trascende la normalità. Il buon calcio ragazzi lo fanno i buoni calciatori.

Lei ha lavorato con gli americani, ora con i cinesi e prima con Zamparini e altri. Quali sono le differenze tra queste proprietà? 
“Ho avuto il presidente padrone, il presidente divora allenatori, il presidente proprietario assoluto. Ho avuto Gaucci, Zamparini, lo stesso Lotito. Però devo dire che quando mi trovo in un rapporto diretto, anche se conflittuale, mi trovo comunque bene. Con gli altri i rapporti sono più complicati perché richiedono una comunicazione costante, fatta di tecnicismi, di piccoli racconti, di una sorta di resoconto quotidiano che non sono capace di fare neanche con me stesso. E’ molto più complicata la relazione con la proprietà straniera. Il problema è che noi abbiamo la presunzione di pensare che la nostra cultura occidentale, il nostro modo di vedere, inquadrare un problema, decidere sia quello più giusto, persino l’unico. E a volte uno prova un disagio enorme, non capisce i silenzi, le mancate risposte. Sto cercando di comprendere come i cinesi si mettono in rapporto con la vita e le cose per capire come poi affronteranno i problemi del calcio”.
 

fonte foto copertina: Screen Youtube

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