Lo sfogo di Ausilio: tempi e modi da rivedere, ma come dargli torto

Parole Ausilio molto pesanti, quelle rilasciate ieri nel giorno in cui si è prestato a professore della facoltà di Diritto dello Sport e giustizia sportiva. E’ vero, davanti ad un gruppo di ragazzi, si crea un contesto particolare, in cui è anche più schietti. Certo c’è modo e modo di esporsi, soprattutto per dire determinate cose, e la società potrebbe chiedere spiegazioni. Ma intanto, il buon Piero, ha tutta la ragione di questo mondo. 

Parole Ausilio: tutto giusto dalla prima all’ultima

Abbiamo letto tutti le parole del direttore Sportivo dell’Inter di ieri. Dichiarazioni sincere, quasi come se non riguardassero più la società di cui è dipendente. All’università, con ragazzi che erano lì ad apprendere qualcosa da chi nel settore si trova ad alti livelli. Ausilio ne ha quasi approfittato. Ha cacciato fuori tutto quello che poteva. Dai giocatori, al mercato, alla dirigenza, vecchia e nuova. E per quanto si possa discutere il modo e i tempi, non ha sbagliato una virgola. C’è una cosa su cui ha voluto far riflettere, ed è la mancanza di organizzazione.

Nel concetto di organizzazione societaria infatti rientrano tanti aspetti di questa Inter allo sbando. Dall’assurdo via vai di allenatori sempre nei momenti sbagliati. All’assenza di un obiettivo condiviso, di quel dare qualcosa in più per i colori che si vestono. Molto dipende proprio da una società ancora alle prime armi nel mondo Inter. Vogliamo fare un esempio pratico, andando oltre quello che ha detto Ausilio. Il presidente dell’Inter al momento è Erick Thohir. Qualcuno se lo dimentica, perchè è praticamente uscito dalle questioni nerazzurre. Ma si, è lui, l’indonesiano che alla fine è stato solo un intermediario tra Moratti e i cinesi, anche se lo abbiamo scoperto solo dopo.

Questione giocatori: colpe condivise, ma non é esente il ds

Parlare di giocatori che non danno più del minimo indispensabile, che non vanno “oltre il loro”, é un’accusa grave, ma palese. La squadra non c’è più, come dichiarato anche da D’Ambrosio e Medel in tempi non sospetti. Tanti giocatori di nazionalità diverse non giustificano l’assenza di unità di intenti. I “gruppetti” dichiarati dallo stesso Ausilio sono una grave pecca per una squadra di questo livello. Ma come si può non considerare responsabile chi questi giocatori ha comprato. Si torna sempre li, all’assenza di un leader, o di un gruppo di giocatori, anche solo 4-5, che diamo l’esempio di cosa significhi vestire la maglia nerazzurra. Sapete chi é il giocatore che milita da più tempo all’Inter della rosa attuale? É dura dirlo, ma diamo un indizio: ha la maglia numero 55…

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