Caro Frank ti scrivo, cosi, con questa Inter, mi dispero un po’

Caro Frank ti scrivo. Oggi de Boer compie 47 anni. Non è semplice serbare un ricordo importante di qualcuno che è stato con te per così poco tempo, tuttavia forse è giunto il momento delle scuse.

CARO FRANK ALLA FINE AVEVI RAGIONE TU, LA COLPA NON ERA TUA

Caro Frank ti scrivo. Innanzitutto con l’augurio di un buon compleanno, di un futuro felice e più prospero del tempo trascorso in nerazzurro (non che ci voglia molto ad essere sinceri). All’Inter ci sei rimasto poco, piombato all’improvviso e altrettanto rapidamente accantonato senza tante cerimonie. Tuttavia il tempo è medico, i nodi vengono al pettine e la verità viene a galla. Imputato di colpe non tue, additato come unico colpevole in un disastro annunciato, te ne sei andato, conscio forse in cuor tuo di non avere colpe.

Questa squadra non s’ha da fare, ora è sotto gli occhi di tutti finalmente. Un organismo costruito male, assemblato senza criterio. Un rompicapo irrisolvibile, tanto meno in un lasso di tempo breve come quello concessoti. Tutti i propositi, tutti i proclami e la baldanza, sono sprofondati sempre più in basso, in un vortice di imbarazzo. Il caos regna sovrano e da un lato sono quasi sollevato che un professionista come te ne sia rimasto fuori. Sei riuscito a lasciare la guerra appena prima della debacle totale.

Ma con te al timone, cosa sarebbe potuto succedere?

UN ESONERO FRETTOLOSO, INUTILE E PROBABILMENTE DANNOSO

La vita è un infinito susseguirsi di Sliding Doors. Chissà dove saremmo se questa cosa fosse andata così, chissà dove saremmo se quest’altra fosse andata diversamente. Nessuno può leggere il futuro e, adesso come adesso, sognare costa troppo. Perciò tanto vale essere realisti. Con de Boer alla guida l’Inter non decolla, non inanella le 9 vittorie consecutive e continua a balbettare uscendo dall’Europa. Tuttavia Frank continua a lavorare e piano piano inizia a inculcare la propria idea di gioco, sostenuto da una società presente che lo appoggia senza remore. La squadra va avanti, senza gloria ma nemmeno senza infamia, e chiude la stagione raggiungendo pressapoco la posizione attuale. Un fallimento? Si. Ma con la prospettiva di avere una stagione da preparare con un tecnico ormai accettato, con fiducia e uno stile di gioco ben delineato.

La storia si ripete e insegna, ma nessuno sembra volere imparare dal passato, un maestro crudele. Questa bulimia di risultati, l’ossessione per avere tutto subito, per vincere dal nulla, stride con l’idea di progetto introdotta dalla nuova proprietà. Mediocrità per mediocrità, tanto valeva proseguire col buon Frank e cercare di guardare al medio lungo termine. Perché ora non solo si è rovinata una stagione, ma con ogni probabilità si è compromesso l’intero progetto.

AUGURI FRANK, MEGLIO PER TE FORSE CHE SI SIA CHIUSA QUI

Caro Frank ti scrivo, cosi mi distraggo un po’. Con questa Inter tutti ne hanno bisogno. L’incubo sembra senza fine, l’alba sembra irraggiungibile. I capri espiatori solitamente sono innocenti al posto sbagliato al momento sbagliato. Esattamente come te. Nonostante tutto, sei riuscito a scampare da questo buco nero per tempo e ne sono felice. Per te, per la tua carriera, per la tua integrità mentale che, noi poveri tifosi, stiamo ormai perdendo. Chiusa una porta si apre un portone, dicono. La porta nerazzurra te l’hanno chiusa in faccia senza riguardo, ma alla fine a pagare dazio sono stati i tuoi critici e detrattori.

Auguri allora Frank, cento di questi giorni e che il tuo futuro possa portarti i successi che umanamente meriti. Buona fortuna a te… e a noi.

 

 

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