L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Buio pesto in quel di Milano, sul regno di Suning non sorge più il sole

Dopo quanto visto nelle ultime partite è difficile commentare la situazione nerazzurra. L’Inter ormai è crollata come un castello di carte mal costruito, che a ben vedere forse è proprio ciò che questa squadra è: un’accozzaglia raffazzonata di carte diverse.

UN CALVARIO GIUNTO FORTUNATAMENTE ALLE BATTUTE FINALI

Non è facile commentare ciò che succede in casa nerazzurra. Non è facile accantonare ciò che il cuore urla e cercare di usare il raziocinio.

Amare non è mai facile e quello calcistico è, per qualsiasi tifoso di qualsiasi squadra, un sentimento che vive di alti e bassi, altalenante. In amore ci vuole impegno e dedizione. Ma da entrambe le parti. ENTRAMBE. Quello che il tifoso nerazzurro sta vivendo nelle ultime settimane invece è un vero e proprio calvario, il peggiore da molto tempo a questa parte. Ed è univoco. I tifosi non hanno il conforto del giocatore strapagato. In questi casi possono prendere solo il peggio della situazione e ingoiare il rospo.

Tifare Inter implica sempre sofferenza, ma una sofferenza d’onore e d’amore. Se il calvario è “giustificato”, l’interista lo sopporta senza fiatare. Tuttavia il tracollo in corso nella squadra non ha la minima giustificazione. Gli alibi non esistono quando l’atteggiamento è ignobile, vergognoso. L’alibi nel calcio sussiste solo se “meritato”. Meritato col sudore, col sangue, con l’impegno. Questa squadra invece non sta dimostrando nulla di tutto questo, sta semplicemente tirando a campare. è già in vacanza da due mesi.

Le crisi lungo la stagione ci possono stare, i risultati possono faticare ad arrivare, ma l’impegno, specie se si guadagnano fior di milioni per calciare un pallone, non dovrebbe mai mancare. Mai.

La sufficienza con cui scende in campo la squadra, l’arrendevolezza che ha caratterizzato gran parte della stagione, non sono da Inter. Non sono da professionisti. Non sono da uomini. questo è quanto.

L’unica nota positiva è che a questa via crucis mancano solo 3 stazioni. I tifosi vedono ormai il 28 di maggio come un’eutanasia dopo un’agonia infinita, una conclusione di un calvario.

 

UN’AGONIA IMMERITATA, IL POPOLO NERAZZURRO MERITA DI MEGLIO

C’è veramente poco da dire. La situazione è talmente disastrosa e palese che il silenzio deluso è la sentenza più giusta e pesante che si possa emettere. Non è dato sapere cosa riserverà il futuro nerazzurro, anche se nuvole grigie e minacciose sembrano incombere all’orizzonte. L’immediato è un caos totale, il futuro un’incognita che fa paura. L’unica certezza è che i tifosi non meritino ciò. I tifosi meritano rispetto. Perché gli interisti iniziano a essere stufi di fare la parte dell’amante che muore d’amore ma prende solo calci in quel posto. Sarebbe anche ora che quella maglia venisse onorata, che la devozione venisse ripagata. Senza più scuse di facciata, senza più sparate senza senso.

L’amore resta. Durerà in eterno, ma viene da chiedersi: questo sentimento incondizionato, è ricambiato ancora? O sono solo i tifosi a metterci il cuore? La risposta, al momento, sembra abbastanza chiara…

 

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