Cassano: “Ausilio uno dei pochi amici che mi sono rimasti nel calcio. Il mio futuro? Mi piacerebbe diventare come…”

Cassano, intervistato da Il Secolo XIX, ha svelato i propri progetti per il futuro, sia quello più prossimo che quello più lontano.

 

TORNO A GIOCARE, POSSO ANCORA FARE LA DIFFERENZA

Cassano vuole continuare a giocare. Il talento di Bari vecchia pare infatti non avere alcuna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo. “Mi alleno ogni giorno alla Riattiva di Chiavari per restare in forma e sopratutto per non aumentare troppo di peso. Voglio ricominciare a giocare tra un paio di mesi, perché lo stimolo è forte e voglio tornare a volare. Pensavo che il campo mi sarebbe mancato, ma dentro di me ho sempre saputo che si sarebbe trattato solo di pochi mesi”.

“Dove andrò? Il Verona in Serie A mi intriga molto, così come il Bologna o l’Udinese. L’unica cosa importante è che sia in Serie A perché sento che posso ancora fare la differenza. Entella? È l’unica eccezione per cui accetterei la Serie B. Ho un rapporto di grande amicizia, stima e affetto con il presidente Gozzi”.

AUSILIO MI È RIMASTO VICINO, VORREI UN FUTURO ALLA BRANCA

Cassano chiarisce poi anche il suo rapporto con la Sampdoria, chiusosi bruscamente: “Per me la Samp ha rappresentato tutto fino al 29 ottobre del 2010. Poi, per come mi hanno trattato dopo, sono contento che la storia si sia chiusa definitivamente. Per Ferrero e Romei potevo allenarmi ancora con la Primavera e a questo punto deduco che sia stato Giampaolo a non volermi. Non ho chiarito con loro e sinceramente non mi interessa nemmeno farlo”.

In pochi nella Serie A sono rimasti in contatto con FantAntonio, a conferma che per alcuni sia un personaggio scomodo: “Pochi hanno il mio numero. Del calcio mi sono rimasti vicini Piero Ausilio, Checco Palmieri, Filippo Fusco ds del VeronaGigetto Delneri e Fabrizio Preziosi. Fabrizio è un ragazzo fantastico e se la situazione in classifica del Genoa fosse stata migliore mi avrebbe fatto il favore di farmi allenare con loro”.

Cassano ha poi concluso: “Finito di giocare mi piacerebbe restare nel calcio, tipo direttore tecnico alla Marco Branca nella vecchia Inter. Anello di congiunzione tra squadra, allenatore e società. In mezzo, come sempre. Tanto io ci finisco sempre in mezzo, a tutto”

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