Pioli si tiene stretta l’Inter: “Mi merito la conferma”

Stefano Pioli ha risollevato l’Inter, i rumors dei possibili successori sono stati spazzati via dalla conferma arrivata direttamente da Suning per il tecnico di Parma, che a La Stampa si racconta nella sua esperienza nerazzurra

Pioli: “Allenare l’Inter è il massimo, ma sono cambiati i tempi per un allenatore”

Stefano Pioli prende in mano un’Inter decapitata nel morale dalla gestione de Boer, a La Stampa spiega le sue scelte: “Avevo degli obiettivi: trasmettere passione, dare un’anima e dei principi di gioco. Ho cercato di mettere a proprio agio i calciatori in campo e fuori. Possiamo ancora migliorare, ma qualcosa di importante è stato fatto. Il percorso non è finito. I ragazzi volevano un metodo di lavoro preciso, un gioco preciso. Abbiamo un motore importante, i cavalli a disposizione avevano voglia di essere sciolti“.

Inter moralmente depressa sotto l’olandese, Pioli riflette e spiega cosa manchi: “L’autostima: fa la differenza con le prime tre. Arriverà con la continuità del lavoro e dei risultati. L’Inter è reduce da stagioni altalenanti, ma la classifica, da quando sono qui, dice che siamo a 5 punti dalla Juventus. Questo è il nostro livello oggi. In carriera mi sono sempre conquistato tutto con lavoro, serietà e passione. Nessuna scorciatoia, passo dopo passo. Mi auguravo che arrivasse una chiamata importante per completare il mio percorso. Poi l’Inter, la mia squadra del cuore: il massimo“.

Per me è vincente chi allena il Chievo e lo salva quattro anni di fila come chi allena la Juve e vince quattro anni di fila. I dubbi sono sull’allenatore da big. Si poteva dire di Allegri prima del Milan, di Guardiola che aveva allenato solo la Cantera del Barcellona. Fino a che non ti danno un’occasione nessuno lo può sapere. Io ora mi sento pronto, per me è stato semplicissimo. Ho trovato grande attenzione, una cultura del lavoro che non sempre in Italia abbiamo, curiosità. Il gruppo Suning ha umiltà e forza giuste per imparare a crescere e fare cose importanti“.

“Mi sto giocando la mia chance all’Inter”

Pioli e una quasi conferma scontata: “Saranno i risultati a decidere, quindi devo pensare solo a lavorare. Sono tutti preoccupati per il mio futuro, io invece sto benissimo. L’Inter me la sono meritata e mi sto giocando la chance nel migliore dei modi.  Mi piace allenare, adoro il momento dal termine della rifinitura alla mattina della partita. Non dico che me la godo, ma sono molto sereno. Poi mi piace il tragitto in pullman dal ritiro fino allo stadio“.

Per Pioli c’è un pensiero anche per Mauro Icardi, il simbolo dell’Inter: “Uno solo non è sufficiente, ma per me è importante avere dei punti di riferimento. Mauro è uno di quelli. Non lo conoscevo, ho trovato una persona molto matura per l’età che ha. Può diventare anche più forte“.

Il mondo degli allenatori è in continua evoluzione, Pioli spiega errori e mutazioni: “L’errore come lezione è capitato quando alleno la Salernitana, non faccio giocare un titolare e gli do una pacca sulla spalla per fargli capire la situazione, lui mi guarda e mi dice: “Mister faccia le sue scelte, ma mi lasci stare”. Da allora non ho mai più spiegato le mie decisioni. Le prendo e basta. Il nostro è un lavoro pieno di dubbi. Chi far giocare, come far giocare, se parlare con tutti o singolarmente. Non è facile, ma è uno degli aspetti più stimolanti. Sono mutati i rapporti con i calciatori. Bagnoli parlava pochissimo ma quando lo faceva lasciava il segno. E poi Trapattoni: le sue analisi post partita del martedì sono indimenticabili. Come la sua psicologia. In quello spogliatoio della Juve c’era un rispetto e anche un contraddittorio formidabile. Non replicava Pioli al Trap, ma gente come Platini.

“Io sono fatto così, voglio condividere, poi ci sono volte che non lascio repliche, ma più il giocatore sa più si rende consapevole delle scelte. Sono cambiati i giovani ma anche gli anziani. Una volta erano loro a intervenire se c’era qualcosa che non andava, ora sanno che non è più loro compito: c’è la società“.

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