Inter, addio ai goal del centrocampo: quanto mancano Deki e il Cuchu!

Inter che inevitabilmente, dopo l’addio molto probabile al terzo posto, è finita sotto il banco degli imputati. In molti hanno puntato il dito a casaccio, ma è innegabile che la squadra abbia diverse pecche. Ad esempio la scarsa vena realizzativa dei centrocampisti.

CHE NOSTALGIA I GOAL DALLA MEDIANA O SU ANGOLO!

In passato l’Inter nella mediana poteva vantare alcune bocche di fuoco davvero temibili. Addirittura, in alcuni casi, l’istinto del goal di alcune vecchie glorie nerazzurre superava addirittura quello delle punte attuali. I vari Vieira, Stankovic, Cambiasso e Sneijder, solo per citarne alcuni, garantivano ogni anno un cospicuo numero di reti, molte delle quali decisive. Ognuno aveva le proprie caratteristiche, tenacia e opportunismo per il Cuchu, bordate da lontano per Deki e colpi di testa micidiali per Vieira. Anche sui calci da fermo infatti, i mediani nerazzurri incidevano in modo considerevole. I maggiori centimetri a disposizione garantivano reti a grappoli sui calci d’angolo o di punizione. Un tiro dalla bandierina fino a qualche anno fa equivaleva sostanzialmente ad un rigore. Erano rare le partite in cui uno dei centrocampisti dell’Inter non gonfiava la rete avversaria. Le loro reti erano il punto di forza della squadra, la chiave, spesso sottovalutata, dei successi di quegli anni. Ora invece potrebbero essere proprio la chiave degli insuccessi.

UN PROBLEMA CRONICO E CONCRETO

La scarsa vena realizzativa dei centrocampisti attuali rischia di essere un grosso problema. Sobbarcare tutto il peso e la responsabilità del goal solo sul reparto offensivo potrebbe portare a risultati scadenti. Se si inceppano le punte infatti, chi la butta dentro? Bella domanda. Tolto il solo Brozovic che ha 5 reti all’attivo tra campionato e coppe, gli altri in mediana sembrano essere timorosi di segnare. Gagliardini, seppur quello con più alibi essendo appena arrivato a Milano, non ha ancora siglato la sua prima rete. Kondogbia invece ha solo un goal a referto, seppure decisivo, quello dell’uno a zero al Torino. Anche Joao Mario e Banega, nonostante l’impiego più avanzato, non riescono a trovare la porta avversaria con la continuità dei loro predecessori. Che fare quindi? Come si può invertire la tendenza?

LA SERENITÀ POTREBBE FARE LA DIFFERENZA

Certo è che, a differenza dei loro illustri predecessori, il livello della rosa e dei singoli è evidentemente inferiore. Anche le caratteristiche sono diverse. Tuttavia è ovvio che si può fare meglio, chi gioca ora non è scarso, anzi, e non deve avere alibi. Probabilmente la differenza potrebbe farla il’ambiente, non solo l’allenamento sulle conclusioni. Va detto, il clima in casa Inter, specialmente in avvio di stagione, non era dei migliori. Mancini che se ne va a 10 giorni dall’inizio, De Boer che piomba ad Appiano con idee radicalmente diverse, rosa rivoluzionata e giocatori e società con i riflettori (e soprattutto gli occhi della critica pronti) puntati addosso. Poi il nuovo cambio di tecnico e la rincorsa disperata alla zona Champions, con ogni partita che si trasforma in una finale decisiva. Ovvio che al momento di concludere si possa avere paura, che al momento di cercare l’azione personale o il tiro da lontano si esiti, si cerchi il compagno più smarcato.

Tuttavia è necessaria un’inversione di tendenza. Bisogna tirare fuori gli attributi e la tecnica, che sicuramente non manca. L’Inter ha bisogno di tutto l’apporto possibile in zona goal: non si può lasciare gli attaccanti soli a sobbarcarsi il compito. Questa stagione ormai sta andando così, ma dalla prossima a centrocampo bisognerà cambiare radicalmente. Senza così tanti problemi e con maggior serenità, si dovrà per forza di cose voltare pagina. Via le paure, via le pressioni e sotto con il lavoro e con i goal. La mediana è il collante fra difesa e attacco, è arrivato il momento di dimostrarlo anche nella trequarti “nemica”. La tranquillità è la chiave per svoltare e tornare ad esultare per i goal “inaspettati”.

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