Simoni: “Inter, la mia gioia più grande. Ronaldo-Iuliano? Dico che…”

Sangue emiliano e cuore nerazzurro. Luigi Simoni, tecnico che con con l’Inter alzò al cielo una coppa Uefa, si è concesso ai microfoni del Resto del Carlino per una breve intervista in vista della gara di domenica (ore 12.30) tra Bologna e Inter.

 

SIMONI SULL’INTER

“L’Inter per me fu la gioia più grande. Vincemmo la Uefa, arrivammo secondi nel campionato del 1998 nel modo che ancora tutti ricordano. Ma soprattutto avevo a disposizione un gruppo di giocatori e campioni fantisici, anche sul piano umano. E’ stata la squadra più facile da allenare nella mia carriera. Ronaldo-Iuliano? Cerco di non sporcare con le cose negative i bellisimi ricordi che ho, anche se a me quella decisione è costata tantissimo. Pazienza”.

GLI ARBITRI

“Capisco la rabbia di questi giorni di Inter e Bologna nei confronti degli arbitri. Nel nostro caso, poi, dopo qualche anno, si scoprì che quell’errore aveva un’identità precisa, che dietro c’era altro, non solo lo sbaglio di un singolo. L’arbitro ha un compito difficile ma a volte basterebbe che fossero meno egoisti e presuntuosi. Se Ceccarini quel giorno, alla fine, avesse detto che aveva fischiato in quel modo perchè aveva visto così, sarebbe stato tutto diverso. Invece pretese di difendere l’indifendibile, non come Fabbri che invece ha parlato con Donadoni, domenica, dopo la partita”.

DONADONI E PIOLI

“Mi somigliano per modi? E’ Vero, sono d’accordo, mi ci rivedo molto. Donadoni mi piace perchè con lui le squadre assumono subito una fisionomia precisa. Gli ultimi risultati e le sconfitte mi hanno fatto tornare a guardare la classifica che non leggevo più, ma i punti di vantaggio sono ancora tanti. Pioli ha avuto il merito di dire cose che in quel momento sembravano incredibili sul valore della sua rosa, far capire ai giocatori quanto credesse in loro. Ha avuto ragione lui, io dopo aver visto l’Inter con De Boer non pensavo che i singoli fossero così bravi. Speriamo bene. Io preferisco sempre i proprietari italiani, alla Moratti. Gli stranieri sono comunque inesperti del nostro calcio e servono anni perchè possano capire come funziona. E infatti, di grandi risultati, non se ne sono visti”.

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