309 minuti di imbattibilità e San Siro fortino: così si crea solidità e si può tornare in alto

Vedere gare del genere, come quella di ieri sera, alimenta magari il rammarico di aver perso forse quattro mesi. Il compito di Pioli era quello di provare a capirci qualcosa in una situazione che sembrava un rebus irrisolvibile. Lui, però, non si è tirato indietro, e si è armato di tanta santissima pazienza per cominciare a ricostruire magari non dalle macerie ma da una casa costruita solo sulle fondamenta e senza nemmeno un angolo di muratura: ci sono stati degli scivoloni inevitabili anche se a volte imperdonabili, e anche quando la squadra ha iniziato bene o male a far vedere qualche piccolo segnale di ripresa, inevitabili saltavano all’occhio ancora certi erroracci.

SAN SIRO FORTINO

Finalmente San Siro torna avere la parvenza di un fortino. Sono 309 i minuti di imbattibilità da parte dell’Inter tra le mura amiche. Un’ idea impensabile se si ricorda il reparto difensivo fino a un mese fa. La squadra ha finalmente ritrovato la compattezza che tanto mancava. Tutti si impegnano e rimangono concentrati durante i 90′. Qualche imprecisione o disattenzione ancora c’è. Handanovic infatti anche ieri sera è stato chiamato almeno tre volte a salvare il risultato con le sue straordinarie parate. C’è ancora da lavorare ma Pioli e la sua truppa iniziano ad aver intrapreso la retta via. Adesso c’è la pausa, poi ci sarà l’Udinese, e la compattezza della squadra dovrà rimanere tale per riuscire a tornare ai piani alti. Posizioni che l’Inter merita.San Siro fortino

 

RINASCITA CON LA LAZIO

 

Era difficile pensare che al cospetto di una Lazio che, derby a parte, arrivava a San Siro in un grande momento di forza, l’Inter potesse di colpo esplodere in una bomba d’energia capace di travolgere tutto e tutti. L’inizio dei biancocelesti spaventa, Ciro Immobile dopo un minuto chiama Samir Handanovic al grande intervento, ma poi l’Inter prende le misure, comincia a lavorare ai fianchi l’avversario, e nella ripresa la rete del vantaggio con la conclusione supersonica di Ever Banega e da lì in poi non si ferma più: altri due gol e un crescendo rossiniano nella prestazione che non può che far sperare che nella sera in cui passava l’ultimo treno utile per poter pensare ad un ritorno nella corsa all’Europa che conta l’Inter abbia finalmente preso il biglietto di prima classe. Dimostrando di avere idee, identità, soprattutto un’anima, come dirà Pioli nel dopo partita.

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