CorSera, come giocherà l’Inter di Pioli l’aggiustatutto?

Ok, Pioli è il nuovo allenatore: ma come giocherà la sua Inter? Questo è il quesito dei tifosi nerazzurri. Il tecnico ha avuto i risultati migliori con Bologna e Lazio e in tutte e due le occasioni non aveva un modulo pre definito, ma si è adattato alla rosa a disposizione.

“Più che un Normal One, Pioli è un aggiustatutto, un allenatore-adattatore, capace di ridare corrente alle squadre. Non ama un modulo più di altri, parte da quello che c’è, lavora molto sulla parte psicologica e a Bologna nel suo staff c’era anche il mental coach Anthony Smith”. Questa è la spiegazione che dà il Corriere della Sera del profilo di Stefano Pioli.

Gaby MudingayiIl quotidiano poi, continua analizzando la parte tattica dell’ex allenatore della Lazio: “Quando a ottobre 2011 subentrò a Pierpaolo Bisoli alla guida dei rossoblù, iniziò subito bene, ma trovò la formula giusta a gennaio virando su un 3-4-2-1 che contemplava due mediani puri e non costruttori di gioco come Perez e Mudingayi. Aveva preso una squadra in crisi, chiuse con la quarta miglior difesa della Serie A. Alla Lazio ha sperimentato il 4-3-3 alla prima stagione, finita con la qualificazione ai preliminari di Champions League che mancavano da otto anni, il campionato seguente è passato al 4-2-3-1, assecondando i voleri della società che poi però l’ha esonerato dopo il derby perso contro la Roma. Calmo e garbato, non ha mai avuto problemi a fare scelte impopolari per il bene del gruppo. A Bologna fu il capitano Diamanti a voltargli le spalle e a chiederne l’esonero (cacciato lui però la squadra retrocesse), con la Lazio è andato in rotta di collisione con Candreva che chiedeva la fascia di capitano e fu affidata a Biglia da Pioli, dai vertici della società e dalla spinta della squadra: una mossa per non perdere l’argentino, molto richiesto sul mercato. Candreva ci rimase male, Pioli ora dovrà sanare. Lo aiuterà anche il figlio Gianmarco: sarà il nuovo video analyst nerazzurro”.

All’Inter la fascia è un argomento ancora più delicato, con Icardi non amato dalla curva interista. L’argentino però, è l’uomo simbolo dei nerazzurri e in campo il suo impegno non è mai mancato: difficile quindi che possano esserci ribaltoni.

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