EDITORIALE / Inter, non hai Saints in Paradiso

Quando scopri che dal porto di Southampton è partito il Titanic il pensiero va immediatamente all’Inter: la rosa attuale è niente in confronto al transatlantico inglese e lo sguardo di Yuto Nagatomo è l’emblema.

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Non esistono santi a proteggere quest’Inter, che affronta l’Europa League come fosse la saga dei film di Dario Argento, che si tuffa in campionato come se ogni domenica la nuvoletta fantozziana sia con i colori nerazzurri.

E il casting di allenatori? Pioli, Guidolin, Hiddink, Marcelino, Vitor Pereira, Topo Gigio, Grande Puffo, Doraemon e Homer Simpson, ma se gli ultimi quattro sono cartoni animati gli altri esistono veramente e fanno paura. La paura di non capire cosa sia ora l’Inter, chi abbia voce in capitolo e chi abbia già fatto danni ma non esce allo scoperto.

Thohir, Zanetti, Bolingbroke, Ausilio, Gardini, Suning, Moratti, non è la formazione della Grande Inter, ma il nuovo allenatore passerà dopo aver sentito tutte queste teste: una scelta degna da X Factor ma almeno in questo caso i talenti ci sono.

Al peggio non esiste limite e quando le cose vanno male all’Inter possono ancora andare sempre più male: non si possono dar colpe a Stefano Vecchi che in due giorni è passato dai ragazzini da formare nella Primavera a dei…ragazzini della prima squadra che continuano il processo di autocombustione (Nagatomo, D’Ambrosio, Melo) e giocano per far qualcosa la sera, non per dare un orgoglio ai tifosi.

Bisognerebbe introdurre l’esonero dei giocatori, perché francamente di quest’Inter non se ne può più: va bene il Fair Play Finanziario che blocca pedine “teoricamente” più forti dei nerazzurri di Europa League, ma troppi elementi stanno dimenticando il valore della maglia indossata e allora sì che a quel punto uno ripensa al Titanic, tanto l’ennesima gita europea è stata fatta, in attesa che finisca il calvario.

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