Southampton, quando “Le God” insegnava calcio tra una birra e l’altra

Nomini Southampton e la memoria calcistica va su “Le God”, quando un numero 7 incantava con la maglia dei Saints. Non un divo alla Cristiano Ronaldo, ma il tipico giocatore che si può incontrare al bar, con una faccia da prendere a schiaffi e un piede che insegna calcio, quando quella 7 era di Matt Le Tissier.

mattletissier

Oggi l’Inter che affronterà il Southampton non calcherà l’erba che fu di Le Tissier, il St.Mary nasce sulle ceneri del famoso “The Dell“, a Milton Road, casa dei Saints dal 1898 e demolito nel giugno 2001.

Partendo dalla fine del glorioso stadio c’è da raccontare l’ultima partita, contro l’Arsenal nel campionato 200/01. I Gunners sono secondi in campionato e fanno impattare la gara sul 2-2, scorrono i minuti finali nel vecchio impianto di Milton Road, quando dalla panchina si alza un bisonte alto 1,85 cm e dalla discreta pancia, uno che vorrebbe dividere il rettangolo di gioco contro Henry, Bergkamp, Vieira, Adams, mica gente qualsiasi, ma prima vista pare un ex calciatore che si sta sfilando la felpa di gioco, poi si legge alle sue spalle 7,LE TISSIER.

Il minuto è il 74, Matt Le Tissier entra nel suo giardino di casa, una sua proprietà visto che in carriera da quando ha indossato la casacca della squadra dell’Hampshire, e correva l’anno 1986, non l’ha più tolta, 443 partite e 161 gol, non male per un trequartista e per uno che in carriera ha segnato 47 rigori su 48 calciati.

Quando entra “Le God” è subito boato, ma niente può far immaginare a cosa va incontro, minuto 89, lungo rilancio del portiere, Le Tissier controlla in maniera non perfetta il pallone col destro, ma la sfera deve essere sua e un rimpallo gli dà la possibilità di colpire di sinistro (lui che ha incantato con dei missili di destro), tiro e palla che si insacca con Manninger di sasso, è il gol vittoria, l’ultimo al vecchio stadio e l’ultimo di Matt prima di appendere le scarpette al chiodo, è il dolce saluto di un artista compreso e fuori dagli schemi, uno che a Southampton ha fatto innamorare e che ha anche il nome di un blocco di appartamenti che ora sorgono al vecchio The Dell, uno che oggi sarà al St.Mary nel suo personale box, uno che con i Saints ha giocato col cuore e con attributi, tanto da rifiutare club ben più vincenti, uno che ha avuto tutte le caratteristiche che mancano oggi all’Inter, classe, personalità e voglia di vincere.

Unita ad una follia da pazzo scatenato, ecco, uno così all’Inter di oggi avrebbe fatto sognare.

 

Impostazioni privacy