L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Inter-Torino, fino alla fine con le proprie idee

“Ci sono stati tanti alti e bassi fino ad ora ma da adesso voglio vedere solo alti…” Hai ragione Frank, l’Inter nell’ultimo mese ha vissuto una girandola di emozioni, con prestazioni degne della serie B brasiliana (Roma-Inter), e altre da Champions League (Inter-Juve), passando da prestazioni da Serie A come quella di ieri sera.
Qual è la vera Inter? Troppo presto per saperlo, forse, ma non troppo per capire quali siano le intenzioni del tecnico.

NON MI PIEGO E NON MI SPEZZO – “Una parte della dirigenza non è soddisfatta dall’operato di de Boer, non ascolta e accetta i consigli che gli vengono dati”. Beh, se perculiamo i vari Ancelotti, Leonardo ecc ecc. che venivano “comandati” da Berlusconi, vietando alberi di Natale o uova di Pasqua, non possiamo d’un tratto lamentarci della testardaggine di Frank che, al dire il vero, è semplice convinzione nelle proprie idee. Ieri sera la controprova, nella partita da dentro o fuori: centrocampo di qualità, difesa alta e palla a terra. Complice anche l’assenza di Medel, certo, ma non tutto il male, evidentemente, vien per nuocere. Rispetto ancora una volta ad un allenatore, dunque, che lotta per le proprie idee ed è disposto anche ad affondare per difenderle, nel bene e nel male.

NON È ANCORA FINITA – Ebbene no, perché nonostante la vittoria che è stata anche, se non soprattutto, dell’allenatore, i vari media sono convinti che Frank sia sotto ad una ghigliottina pronta a scattare. Nonostante la proprietà in primis con le parole di Thohir, ieri sera abbia confermato – finalmente lasciatemi dire – unità tra allenatore, società e squadra. Imbarazzante, per i tifosi interisti, la telecronaca di ieri sera di Caressa su Sky, che ha portato avanti l’orazione funebre all’olandese. Con tutto il rispetto, non stiamo qui a discutere delle convinzioni del direttore di Sky Sport, ognuno può pensarla come vuole e, come io posso difendere l’operato di de Boer, o criticarlo, magari per 90′ di partita non insisto a martellare, andando ad infastidire un popolo che, per la maggior parte, sta con de Boer. Non è una buona mossa di marketing per l’azienda Sky, almeno non per il bacino del nerazzurro, magari per altri, più insipidi e scolorati, sì…

#IoStoCon DeBoer – È un fiume in piena, un fiume nerazzurro, infatti, quello che dilaga su Twitter e si mette a scudo del proprio allenatore. Non esente da colpe, secondo il sottoscritto, ma di certo non il primo tra i colpevoli. Sappiamo tutti con che tempistiche è arrivato, inadeguate per partire subito a razzo e poter far bene. Quindi, cara società Inter, prima di sollevarlo dall’incarico, riascolterei per bene le sue parole nella conferenza stampa pre-partita con il Torino: “Cambiando allenatore resterebbero gli stessi problemi”. Giusto Frank, questo è esattamente quello che i media italiani non vogliono leggere, non vogliono sentire, e non vogliono trasmettere alla gente. Ad oggi, per La Gazzetta dello Sport, nonostante una partita gestite bene – ma non benissimo – e un’Inter rediviva, unita, non c’è pace per la panchina della Beneamata.

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CHANGE CHANGE CHANGE – Spieghiamoci, bene ma non benissimo perché, mister, quando hai una lama tagliente come Ivan Perisic in panchina, e tutti quegli spazi lasciati dal Torino sull’1-1, lo devi mettere. Capisco il ragionamento che devono giocare tutti (sta per arrivare il momento di Gabigol quindi? Probabile contro il Crotone), ma è anche giusto saper leggere la partita e sfruttarne le occasioni. Senza metter in dubbio la bontà del cambio Eder-Palacio, con il primo stremato, dato che la palla per il secondo gol di Icardi è arrivata proprio dai piedi di Don Rodrigo.

C’È ANCORA DA LAVORARE – Sì, c’è ancora e molto da lavorare Frank. Le tue idee mi piacciono, ero molto titubante all’inizio, non perché fossi una vedova di Mancini, ma perché ho sempre preferito il cinismo al cosiddetto “calcio totale”. La partita di ieri, però, ha dimostrato che con unità d’intenti si può lavorare su una strada tracciata. Che bisogna avere fiducia e dare tempo. Per questo dalla prima partita contro il Chievo continuo a credere in te, continuando a credere, senza aver possibilità di riprova, che in un’altra situazione ad inizio stagione staremmo parlando d’altro.
Ora devi saper toccar le corde giuste, partendo dalla difesa perché Murillo, che vive ancora di bonus per un paio di partite azzeccate ad inizio della scorsa stagione, continua incredibilmente ad assomigliare ai peggior Juan Jesus e Ranocchia. Ben venga il totale recupero di Brozovic, che ieri ha giocato una signora partita come tutto il centrocampo nerazzurro, con Banega che ha dimostrato di aver classe da vendere (che gli abbia fatto bene un po’ di panchina a Bergamo?). Ma ancora più fondamentale, d’ora in avanti, è saper far gruppo. Lo stesso Marcelo, ieri, ad un certo punto è sembrato in contrasto con alcuni giocatori. Forse è la voglia di far bene, forse no.

A VOLTE BASTA UN SÌ – Chiudiamo con un pensiero ad Handanovic – Caro Samir, a volte, basta veramente dire sì e andarsene, senza troppe spiegazioni, invece di prendere posizioni ignave – magari – un po’ alla Ponzio Pilato. Questo è quello di cui si parlava sopra. Fare gruppo, lottare tutti assieme, perché domenica si gioca un’altra finale, contro la Sampdoria, che vigliaccamente contro la Juventus ha fatto riposare il suo duo Muriel-Quagliarella, scelta che si commenta da sola.

 

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