EDITORIALE – Pazza Inter? No, semplicemente mago de Boer!

Ci eravamo lasciati con le perplessità della gara di Europa League persa amaramente contro l’Hapoel Beer Sheva e 72 ore più tardi ci ritroviamo a commentare la strepitosa vittoria ai danni della Juventus. L’olandese imbavaglia tatticamente i bianconeri, azzecca i cambi e regala spettacolo.

Le scelte tecniche- Poche le sorprese di formazione in casa Inter, che conferma il 4-2-3-1 visto a Pescara, con l’unico cambio di Eder per Perisic. Massimiliano Allegri, invece, con il suo consueto 3-5-2, lascia fuori l’acciaccato Dani Alves, preferendo la consistenza di Asamoah in mezzo al campo e lasciando in panchina mister 100 milioni, Gonzalo Higuain.

L’atteggiamento caratteriale – L’Inter parte con le stesso atteggiamento visto all’Adriatico, cercando sin da subito di fare possesso palla e di guadagnare terreno. Una manovra che sta pian piano trovando la giusta fluidità, non ancora è espressa ai massimi livelli, ma cresce l’ottimismo. La statistica finale recita 50% di possesso per entrambe le squadre ma gli uomini di Frank De Boer hanno mostrato più dinamismo. Un Inter molto più aggressiva e compatta, articolato da un pressing a tutto campo, dove anche lo stesso Buffon ha trovato davanti a lui un Icardi indemoniato e pronto dargli fastidio in fase di impostazione. Probabilmente il tecnico olandese ha capito e studiato bene il vero punto di forza dei campioni d’Italia, la difesa juventina ci ha abituato da anni ad essere il perno principale del gioco e ha piazzato subito tre uomini (Icardi, Eder e Candreva) nella loro zona di costruzione, costringendo Bonucci e compagni a buttare via molti palloni. Un’altra costante è stato il pressing visto a centrocampo: Pjanic, nel ruolo di playmaker, ha trovato molte difficoltà nonostante abbia avuto molto spazio per impostare, forse una scelta tecnica quella di lasciare il bosniaco “libero” ma l’olandese ha chiuso bene gli altri centrocampisti costringendoli a perdere molti palloni e Khedria, quasi inaspettatamente, è stato il peggiore perdendone ben 7.

I centrali di difesa- Miranda- Murillo, una coppia cosi combattiva e compatta non si vedeva dai tempi del triplete. Il brasiliano ha trasmesso sicurezza e tranquillità, a uomo su Mandžukić, ha costretto il croato a giocare lontano dalla porta anticipandolo sempre soprattutto nel gioco aereo. Forse in alcune circostanze ha giocato troppo con il pallone risultando a fine della gara il calciatore neroazzuro ad aver perso più palloni. La foga agonistica di Murillo ha reso questa coppia insuperabile, il colombiano non ha fatto respirare Dybala, ha retto assai bene nonostante la velocità dell’argentino, lo ha limitato e non ha badato all’estetica mostrandosi duro e preciso.

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I terzini- No, non ci siamo, troppo timidi, poco precisi, poche sortite offensive e troppo impacciati. Il gol della Juventus nasce proprio sulle fasce: D’Ambrosio si fa superare di forza da Alex Sandro mentre Santon, in aria, è troppo molle e facilmente Lichtsteiner trafigge Handanovic. Per Santon l’alibi della giovane età si sta sgretolando, si limita al compitino e non è mai preciso nei pochissimi cross che compie verso l’aria, non affonda nemmeno nel momento in cui sul suo lato ha contemporaneamente sia Barzagli e lo stesso svizzero ammoniti. D’Ambrosio, invece, soffre tantissimo Alex Sandro, il brasiliano è stato nettamente superiore nella corsa e nei contrasti riuscendo poche volte a creare buone opportunità per servire palloni in area.

Il centrocampo-Un centrocampo cosi equilibrato tra giusta qualità e quantità non si vedeva ormai da anni. Sono tantissimi i palloni recuperati da Medel e Banega, per non dimenticare poi l’eleganza e l’intelligenza tattica di Joao Mario, che toccando poche volte il pallone, ha sempre creato superiorità. Il cileno per 75’ ha dato molta sostanza ed equilibrio tra la linea di difesa e centrocampo abbassandosi molto spesso in fase di non possesso per fare da collante tra i due reparti. Accanto al “pitbull” il portoghese, oltre a rubare palloni, è lui quello che ha fatto, in più situazioni, ripartire la manovra con i vari cambi di gioco oppure servendo in profondità Icardi. Ever Banega invece ha deliziato San Siro con la sua classe: mai un pallone buttato, ha saputo dare una grossa mano in fase di impostazione abbassandosi spesso e creando quindi un centrocampo a 3. Micidiale e perfetto quando trovava Icardi in verticale.

Attacco- La scelta di Eder dal 1’ è stata una scelta azzeccatissima, De Boer ha voluto sfruttare al meglio la sua velocità. L’italo-brasiliano, durante il match si è intercambiato con Candreva più volte, partito a sinistra per dare una mano anche in fase difensiva a Santon, è stato prezioso soprattutto nella fase di non possesso pressando sia l’esterno che il terzo centrale di riferimento. Non si è limitato solo a ricoprire ma anche a creare, soprattutto centralmente, occasioni da rete. Candreva, invece, si è trovato molto meglio sulla destra, soprattutto nel secondo tempo, quando è riuscito a vincere molti duelli con Alex Sandro andando al tiro e al cross con più facilità. Ci mette lo zampino nella seconda rete recuperando un pallone perso da Asamoah e servendo Icardi in profondità. L’uomo partita Perisic entra in campo con il piglio giusto, andando in più riprese a puntare Lichtsteiner, cosa che non ha fatto con costanza Eder.

Icardi e De Boer- Meritano uno spazio tutto loro, un Icardi così non si era mai visto. Quella classica staticità vista fuori dall’area sembra essere scomparsa: pressa tutti e 3 i difensori, Buffon compreso, recupera un paio di palloni importanti a centrocampo, sigla di testa da vero bomber la rete del pareggio e impacchetta di esterno l’assist per il raddoppio. Prezioso nei corner a sfavore dove le ha prese quasi tutti lui. Cosi ci fa sognare. Poi tocca a lui, Frank De Boer, in una settimana è passato dall’inferno al paradiso, sembra aver preso in mano la bacchetta magica e aver trasformato tutti. La vince con il carattere, la vince tatticamente e la vince per la seconda volta consecutiva con le sostituzioni che si sono rivelate azzeccatissime.

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