Uno stile, una bandiera, un amico…Viva Giacinto Facchetti!

Ciao Presidente,

ti ricordi quando, tanti anni fa, alle mie insistenti rimostranze per Fabio Cannavaro alla Juventus, mi abbracciasti, come fossi un figlio, un amico, un nipote da instradare e mi dicesti: “Lo so, ma è il calcio…”. Gli occhi erano luminosi, le poche parole e il sorriso grande e sincero e mi bastarono per capire che Cannavaro poteva anche andare, ma noi avevamo un cuore, uno stile, degli uomini diversi da tutti gli altri. Noi eravamo l’Inter, tu ne eri la bandiera e l’esempio e se anch’io tifavo quei colori, doveva pur esserci un perché.
Tu eri uomo, amico, campione, dirigente ed esempio. Un esempio per tutti, anche per chi ha tentato e avrebbe voluto infangare il tuo nome, la tua storia, la tua memoria, magari mettendolo al pari del loro. Per far vedere che tutti siamo uguali, che non c’è differenza tra te, noi e gli altri. E invece c’è!
Tu sei un esempio, per i giovani, per i vecchi, per il calcio che verrà e per quello che è stato.

Il 4 settembre 2006 te ne andavi dopo l’ultima battaglia contro quella maledetta malattia. Con te se n’è andata una parte di noi, ma ci siamo anche rinforzati per esserci più di prima, per raccontarti e raccontare come siamo, chi siamo, provando a seguirti, non dimenticandoti.

Una bandiera, un eroe, un capo silenzioso alla testa di un esercito di ribelli.
Non importa chi vincerà, noi continueremo ad essere lo spettacolo.
E questo anche grazie a te.
Precursore ed innovatore da giocatore. Non esisterebbe nessun Roberto Carlos senza di te, nessun Maicon sarebbe passato dalle nostre parti se tu non avessi segnato la strada di quel fantastico ruolo.
Interprete fondamentale nel calcio e nella vita, presenza silenziosa e fondamentale, che fa bruciare ancor di più la ferita della tua mancanza.

Fondamentale ed insostituibile per Boninsegna, esempio per Burgich ed unico per Suarez.
Hai portato la fascia (vero Icardi?), hai segnato tanto, troppo, hai alzato trofei, tanti trofei, scudetti e coppe italia, Intercontinentali e Coppe dei campioni. Ma soprattutto hai insegnato calcio e vita, hai camminato mille passi senza cedimenti, ripensamenti o distrazioni, in Italia e nel mondo.
Grazie di tutto Cipe.

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