Zanetti: “Icardi può migliorare tanto, è un professionista serio. Alario…”

Il vice-president dell’Inter, Javier Zanetti, ha rilasciato una lunga intervista a Sport Week, settimanale in edicola insieme alla Gazzetta dello Sport.

L’ex capitano nerazzurro ha fatto una carrellata di ricordi della sua esperienza da calciatore, soffermandosi in particolar modo sui più grandi attaccanti argentini che hanno giocato in Italia, all’Inter e non. A partire da Angelillo e Sivori: “Sinceramente ho sentito parlare di loro più qui che da noi. Angelillo era un tremendo finalizzatore, un uomo d’area. Sivori, oltre ai gol, regalava giocate e dribbling, saltava e risaltava l’uomo. Creava occasioni anche per gli altri”.

Poi è il turno di una leggenda, Diego Armando Maradona: “Diego era unico, fuori da ogni categoria. Quello che ha fatto lui a Napoli è qualcosa che resterà per sempre. Senza parlare del Mondiale 1986… Uno come El Diez non si vedrà più, è un peccato”.

Su Batistuta: “Forse il miglior centravanti contro cui abbia giocato. Quando era alla Fiorentina ci faceva penare. Potente, gran tiro; la sua presenza in area si sentiva: viveva per il gol. E fuori dal campo simpatico, un bravo ragazzo”. 

Ma prima era arrivata Abel Balbo: “Faceva più gioco di squadra di quanto si pensi, rientrava a centrocampo, cercava palla, aiutava i compagni. E poi, dopo Diego, Abel è stato l’apripista per noi argentini. Lui e Sensini hanno spalancato il nostro mercato in Italia”.

Due attaccanti argentini che hanno fatto la storia dell’Inter sono stati Cruz e Crespo: “Cruz lo vedevamo scaldarsi e contavamo sul fatto che avrebbe segnato. Un giocatore fondamentale per una grande squadra. Era forte a livello di testa, sapeva che nei minuti che aveva a disposizione poteva lasciare il segno. Hernan soprattutto è stato un attaccante più moderno rispetto ai suoi tempi. In pochi fanno i movimenti che faceva lui: ti dava almeno 4-5 opzioni di passaggio in ogni azione, lo trovavi sempre”.

Zanetti ArgentinaArriviamo a Diego Milito, punta che grazie ai suoi gol ha fatto vincere praticamente tutto all’Inter: “Già al Genoa aveva dimostrato tutto il suo valore, ma l’annata 2010 è stata una cosa fuori dal normale. Gol decisivi in campionato, coppa e Champions per un Triplete che resta unico. Gli bastavano un paio di occasioni. Professionale, tranquillo, ma aveva i suoi momenti. Ricordo, in quell’anno magico, un Roma-Samp a casa sua. Avevamo vinto il giorno prima, Diego aveva segnato con un pallonetto. Ci mettiamo davanti alla tv, ordiniamo una pizza, nel primo tempo la Roma merita di vincere 3 o 4 a zero, chiude 1-0. In quel momento ci ha sorpassato in classifica, a 3 giornate dalla fine. Diego è incazzato nero quando arriva il fattorino delle pizze. Il ragazzo gli dice “Grande Diego, gran gol all’Atalanta”. Lui è furioso, gli risponde male: “Che mi importa del gol, perdiamo il campionato!”. Io cerco di calmarlo: “Diego tranquillo, manca ancora un tempo”. La moglie gli dà la bambina neonata da tenere in braccio, mentre apparecchia la tavola. In quel momento segna Pazzini, prima 1-1, poi 2-1, con Milito che culla la bimba. Sua moglie ha finito di apparecchiare, si offre di riprenderla. Intervengo io: “No, no, la piccola resta con noi”. Dorme come un angelo fino alla fine della partita, sorpassiamo la Roma. Potendo Diego l’avrebbe tenuta in braccio fino a fine campionato”.

E a proposito di attaccanti argentini, come non parlare di Higuain: “Fare 36 gol nel campionato italiano vale il bottino di Messi e Ronaldo nella Liga. Gonzalo è un nueve completo: fa gol di destro, di sinistro, di tacco. Sempre”.

Il Pipita farà coppia con un altro argentino, Paulo Dybala: “Quei due insieme fanno paura. Paura. Paulo non sappiamo ancora dove possa arrivare. È fortissimo, dopo una prima annata così alla Juve capisci che è uno di livello superiore. Ha tutto il tempo davanti, può solo crescere“.

Immancabile anche un commento su Mauro Icardi, bomber e capitano nerazzurro: “Mauro è uomo d’area, da ultimi metri, aspetta il momento giusto per colpire. È migliorato tanto, anche se le qualità si vedevano già appena arrivato all’Inter. Nonostante si parli tanto di lui fuori dal campo, è un professionista serio, si allena tanto e bene”.

Ma chi sarà il prossimo argentino che sfonderà in Italia? Zanetti risponde così: “Il livello del nostro campionato è sceso di molto. Ma se devo indicare uno, direi Lucas Alario, del River Plate. È un centravanti che ha già dimostrato di saper far gol nei momenti importanti, nelle gare decisive”.

 

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