Il valore dei capitani e la fascia inflazionata: quando il glorioso passato non viene rispettato

Giacinto Facchetti, Giuseppe Bergomi e Javier Zanetti. Tre icone storiche e leggendarie dell’Inter accumunate da una fascia, simbolo di leadership e rappresentanza di ciò che significa Inter: classe, eleganza, sportività, onore, rispetto e spirito di appartenenza per il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle, colori magici che negli ultimi due anni vengono indossati con disonore da numerosi giocatori.

Fascia di capitano che dal 6 maggio 2014, giorno del ritiro di Javier Zanetti, si è sempre più inflazionata, diventando più un accessorio da indossare e non più il simbolo personificato di ciò che rappresenta l’Inter. Sarà l’abitudine di aver avuto grandi uomini prima che giocatori, sarà che gli attuali calciatori sono alla ricerca spasmodica del successo economico più che sportivo, ma il dato di fatto è che all’Inter attuale manca un leader. Ma che capitano serve a questa Inter? Prendendo ad esempio le tre leggende nerazzurre, il capitano ranocchia-icardinerazzurro dovrebbe essere un leader silenzioso,carismatico, rispettoso, che non crei caos nel già complesso ambiente Inter, senza dimenticare le prestazioni di cuore, corsa e sacrificio per i colori della Beneamata. Caratteristiche che, prima Ranocchia (molle, senza personalità e con notevoli limiti tecnici e caratteriali) e poi Icardi (leader sì, ma casinista e alla ricerca di soddisfazioni economiche oltre che personali) non possiedono: chi può, quindi, degnamente indossare la fascia nerazzurra, in modo tale da ritornare ad essere un degno erede dei tre sopracitati?

La risposta dei tifosi e degli addetti ai lavori è chiara:  João Miranda. Il brasiliano, da una stagione in nerazzurro, ha dimostrato di poter guidare con personalità la formazione nerazzurra, senza scatti di personalismo e soprattutto protagonismo: il caso Icardi ha portato in auge l’hashtag #Mirandacapitano su Twitter e chissà che la società, alla luce delle dichiarazioni di Wanda Nara, non decida di cambiare il capitano e simbolo della nuova Inter, targata Suning. Ciò che è certo è che bisogna rendere onore ad una fascia indossata con sudore, fatica ed onore da grandi interpreti quali Facchetti, Bergomi e Zanetti: sia Ranocchia che Icardi (alla luce delle ultime dichiarazioni), indossandola, hanno ripetutamente insultato il passato leggendario di una fascia, che sembra ormai diventata uno dei tanti accessori riempitivi da mettere al braccio. Ci vuole onore e tanto rispetto per la maglia e per la fascia: chi non ama l’Inter non merita di indossare un tale simbolo. Se Icardi volesse dimostrare di essere all’altezza di tale onore, faccia molteplici passi indietro senza più pretendere rinnovi e adeguamenti, pensando solo a giocare e guidare la propria squadra come farebbe un vero capitano, magari prendendo spunto anche dal passato: solo così potrà riconquistare i tifosi e portare in alto un simbolo tanto bistrattato nell’ultimo biennio.

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