Tanti auguri a Wesley Sneijder, tassello fondamentale dell’Inter di Mou

Lo voleva con tutto sè stesso Mourinho in quell’estate del 2009, quando il portoghese insisteva in società per l’acquisto di un vero e proprio trequartista, capace di creare e dare sia ordine che fantasia al gioco. Voleva che fosse proprio lui quel tassello mancante nella perfetta idea di Inter che prendeva forma nella sua mente, quell’olandese che il Real Madrid aveva ingiustamente emarginato dopo che aveva contribuito alla vittoria di un campionato e di una supercoppa. Era considerato troppo poco galactico per la nuova era di Florentino Perez, presidente da sempre avvezzo più all’apparenza che alla sostanza del gioco.

cska_inter_champions_sneijder_materazzi_chivu_apArriva per soli 15 milioni e viene già schierato nel sentitissimo derby contro il Milan, da titolare, nonostante avesse alle spalle solo un allenamento con la nuova squadra: troppa era l’aspettativa sulle sue spalle, urgente la necessità di vederlo già dettare i ritmi tra centrocampo e attacco. L’olandese ripaga il nuovo tecnico con una prestazione maiuscola, dove mette già in evidenza leadership, qualità e soluzioni balistiche geniali. Le proverà spesso nelle stracittadine, con i vari Storari, Dida e Amelia costantemente in affanno sulle sue perfide traiettorie disegnate da centrocampo. Il goal segnato in pieno recupero per la vittoria contro l’Udinese, il primo in Italia, fu solo il primo di una serie di boati fatti esplodere al Meazza. Come dimenticare la sua punizione nella mitica rimonta casalinga contro il Siena, il pareggio contro il Barcellona nella semifinale di andata di Champions o le urla davanti la televisione per il goal che in quel di Kiev diede il vero inizio a una storia epica e leggendaria.

La sua aggiunta in extremis fu fondamentale per dare alla squadra quel quid in più, quel tocco di magia e razionalità allo stesso tempo, follia e lucidità, passione e glacialità, che hanno reso l’olandese uno dei giocatori più amati di San Siro, uno degli indiscussi beniamini di quel Triplete che alcuni sembrano dimenticarsi, ma che è scolpito nel cuore dei tifosi e dei protagonisti di quell’impresa, che nell’Inter hanno lasciato sudore, sangue, lealtà, felicità e ottimi ricordi. Allora tanti auguri Wes: sebbene non ti sia stato dato un sacrosanto Pallone d’Oro in quel 2010 da favola, nonostante il tuo addio sia stato macchiato da mesi di inattività e liti con una dirigenza inadeguata, noi ti ricorderemo sempre come meriti, come un grande campione, tosto come il tuo carattere, magico come i tuoi piedi e incisivo come le tue punizioni.

 

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