GdS – Nuova Inter, tra paletti Uefa e mercato: ecco come può agire. E Touré aspetta…

Da una parte i proclami della Suning per una grande Inter, dall’altra i paletti del Fair play finanziario imposto dall’Uefa, le due cose possono anche non scontrarsi perché ora i nerazzurri hanno la possibilità di aggirare le norme imposte da Nyon.

Scrive La Gazzetta dello Sport che il FFP prevede equilibrio di bilancio, stipendi calmierati cioè con costo del personale che non deve superare il 60% del fatturato e infine mercato a zero, cioè si compra in base a quanto si vende.

JINDONG

Una regola però che non c’è tra i punti fondamentali è l’azzeramento delle procedure in corso qualora ci sia una discontinuità gestionale rispetto alla precedente, questo in modo da non spaventare nuovi azionisti nell’ingresso nelle nuove società. Questo è ciò che vuol fare l’Inter, col gruppo cinese che una volta che dimostra la liquidazione della vecchia gestione, aver ricapitalizzato la società e con un nuovo piano aziendale che punta a estinguere i debiti aumentando i ricavi, ecco che a quel punto la Uefa darebbe più spazio al mercato, con il possibile arrivo di un top player con un investimento da pareggiare entro un anno con l’incremento dei ricavi.

Sullo sfondo così arriva il nome di Yaya Touré, non è un mistero che l’ivoriano non voglia giocare con Guardiola e sia sempre a stretto contatto con Roberto Mancini, con la possibilità più concreta rispetto ad un anno fa di giocare con l’Inter.

L’ideale sarebbe che il giocatore rompesse con il City e con un piccolo indennizzo che potrebbe aggirarsi sui 5 milioni essere nerazzurro, con l’ingaggio attuale fuori portata, 11 milioni, che si potrebbe spalmare in un contratto da due anni più opzione per il terzo, con Touré che potrebbe far leva sulla decisione presa lo scorso anno di restare al City come favore e ora pretendere di essere liberato, un opzione che fa pensare che l’operazione sia realmente possibile.

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