Medel: il Pitbull fidato. Ma per il salto di qualità serve altro

Nelle ultime due stagioni, tanti giocatori sono passati sotto la guida di Mancini, con diversi acquisti richiesti dal tecnico jesino. Pressocchè nessuno è stato titolare con costanza, addirittura anche Icardi ha dovuto accettare qualche panchina.

L’estate scorsa dieci acquisti per cambiare quasi totalmente la squadra dall’anno passato, ma c’è un giocatore a cui Mancini non rinuncerebbe mai: Gary Medel. Lo dice nelle dichiarazioni e lo conferma sul campo: il suo Pitbull è indispensabile, per la grinta, la cattiveria, la corsa quasi infinita. Spesso il cileno riesce ad abbinare a tutto questo, anche ordine e disciplina in mezzo al campo, provando a far girare il pallone, tentando anche dei lanci lunghi in verticale, non proprio un marchio di fabbrica.

Kondogbia: l'acquisto più oneroso effettuato dal ds Ausilio la scorsa estate, sta faticando non poco nell'adattarsi alla Serie A. Ha il tempo dalla sua.

Un miglioramento effettivo del capitano del Cile, che nasce classico mediano ma anche per necessità, nell’Inter a volte si è dovuto improvvisare regista. E il problema suo ma soprattutto dell’Inter è proprio questo. Una squadra con evidenti difficoltà nella costruzione del gioco, ha bisogno di un certo livello di qualità in mezzo al campo. L’acquisto di Kondogbia sta cominciando a dare i suoi frutti, ma anche lui, per esprimersi al meglio, deve avere un giocatore diverso al suo fianco.

Niente contro Medel, che per spirito è tra i più encomiabili, ma se l’Inter è stata brava a portarsi a casa un giocatore del livello di Kondogbia, deve altrettanto essere brava a posizionargli vicino un vero regista, un giocatore che dia geometrie a tutta la squadra. Il Pitbull però non deve partire: abile come mediano, capace anche se adattato a difensore centrale e terzino all’occorrenza. può essere un ottimo jolly dalla panchina, e un leader non solo nei 90 minuti delle partite.

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