Cordoba: “L’ultimo derby prima del ritiro è stato emozionante. Vi racconto di quando ho discusso con Mou, su Mancini e Totti-Spalletti dico…”

L’ex difensore nerazzurro Ivan Ramiro Cordoba è stato ospite pochi minuti fa degli studi di SkySport24 dove è stato intervistato a pochi giorni dalla presentazione del suo libro “Combattere da uomo” in cui il difensore colombiano ha ripercorso tutte le tappe della sua lunga e vincente carriera.

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È vero che prima di diventare calciatore avevi intrapreso un corso universitario che hai abbandonato?
“Sì è vero, avevo iniziato un corso prima di ingegneria forestale e poi meccanica. Quando però c’è stata l’occasione di dare una svolta dal punto di vista calcistico ho deciso di rinunciare agli studi per dare inizio alla mia carriera. Cosa consiglierei ai miei figli? Lo studio è comunque fondamentale nella vita dei giovani quindi è sempre importante fare le scelte giuste”.

Pensi in futuro di poter recuperare quel percorso di studi?
“Non credo. Ammetto che l’ingegneria forestale mi interessava ma per il mio futuro mi vedo più all’interno del mondo del calcio”.

Tu sei sempre stato un lottatore in campo e l’hai scritto anche nel tuo libro. Quanto è importante questa caratteristica in una squadra vincente?
“Io sono sempre stato abituato fin dall’inizio della mia carriera a dare tutto, in campo e fuori. Sicuramente in un gruppo che vuole essere vincente occorrono giocatori in grado di darsi la spinta sia nei momenti facili che in quelli difficili”.

Che emozione fu per te giocare quell’ultimo derby prima del ritiro?
“Fu una grande sorpresa per me avere l’occasione di entrare in quel derby (6 maggio 2012, 4-2 per l’Inter di Stramaccioni, ndr). Io ero in panchina e al minuto 84′ ebbi occasione di entrare per gli ultimi minuti in una stracittadina. Ho sempre ringraziato Zanetti e i miei compagni per quel regalo e ricorderò sempre le emozioni di quella sera”.

Cosa ne pensi dell’Inter attuale? Cosa manca a questa squadra per la Champions League?
“Sarà un peccato non finire nelle prime tre in questa stagione, soprattutto dopo il grande inizio di campionato che aveva creato grandi aspettative. Ci sono stati comunque dei miglioramenti rispetto al passato e penso che ci sia una buona base per il futuro”.

Dopo una sconfitta contro l’Atalanta del 2009 ci fu una diatriba con Mourinho che vi criticò pesantemente e tu non accettasti le sue parole. Che ci racconti di quell’episodio?
“Avevamo malamente perso a Bergamo (3-1, ndr) e Mourinho aveva preso malissimo quella sconfitta. In uno degli allenamenti successivi a quella partita ci aveva pesantemente rimproverato dicendoci che non avevamo ancora vinto nulla e che dovevamo cambiare mentalità. Io ero all’Inter da tanti anni e sapevo quante ne avevamo passate e le vittorie che già avevamo ottenuto negli anni precedenti: quei primi successi valevano molto per noi e non mi erano piaciute la parole del mister. Chiedi di poter intervenire in quel momento e mi dissi in disaccordo con le critiche di Mou che forse in seguito ha compreso la mia posizione e quella di chi come me aveva lottato anche per i primi successi con Mancini”.

Credi che Mancini abbia fatto la scelta giusta nel tornare all’Inter?
“Mancini è sempre stato legato all’Inter fin dalla sua prima esperienza. Sicuramente ha fatto grande esperienza all’estero fra Inghilterra e Turchia, ottenendo anche importanti successi. Roberto ha avuto grande coraggio nel voler tornare in un momento difficile del club quando i risultati stentavano ad arrivare. Credo che il mister voglia riportare in alto questa squadra anche per aver la soddisfazione di averla riportata ad alti livelli partendo da una situazione non facile”.

Che impressione ti fanno le voci continue sulla società? Ad esempio la voce della spy-story degli ultimi giorni…
“La situazione della società a livello economico è spesso stata al centro di fin troppe speculazioni dei media. Ho letto tante cose e molte di queste non penso siano vere. Ho visto addirittura la storia della spy-story e credo che notizie come queste siano abbastanza fastidiose per il club: bisogna saper gestire il momento dando il giusto peso alle cose”.

Un tuo commento alla vicenda Totti-Spalletti?
“È difficile smettere quando ami questo sport e ti accorgi che il tempo passa. Capisco Francesco e sono contento che abbia potuto dimostrare che nonostante l’età è ancora in grado di fare la differenza. Purtroppo l’allenatore deve sempre fare delle scelte per il bene del proprio progetto tecnico e quindi talvolta è vincolato a fare scelte difficili”.

Samuel è stato un tuo compagno negli anni d’oro all’Inter: cosa ti rimarrà di lui?
“Fra tutti i giocatori che ho conosciuto nella mia carriera, Walter è sicuramente quello con la più alta soglia di dolore. Ho condiviso con lui tante riabilitazioni e tanti momenti in cui eravamo fermi per infortuni ma lui era sempre pronto a recuperare per tornare più forte di prima”.

Che analogie vedi fra l’Inter di cui hai fatto parte e la squadra attuale?
“Vedo questa Inter in parallelo alla squadra del primo Mancini quindi quella dei primi successi del decennio scorso. La squadra ha qualità e penso che presto tornerà a vincere dei trofei”.

 

 

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