Ma chi è Maaroufi? La (breve) storia nerazzurra del calciatore “attentatore”

Probabilmente anche gli interisti più fervidi si saranno chiesti chi diamine fosse Ibrahim Maaroufi, calciatore dal passaporto belga e marocchino, con brevi trascorsi nerazzurri e le cui generalità sono state usate da Khalid El Bakraoui, l’attentatore che si è fatto esplodere nella stazione della metropolitana di Maelbeek di Bruxelles. Il militante Isis, per passare in Italia e poi ad Atene aveva fornito infatti documenti falsi dell’ex 50 nerazzurro, autore di poche presenze tra il 2006 e il 2008 e a cui lo legava un’evidente somiglianza fisica.

Militante nelle giovanili del Psv, fu portato dallo storico osservatore nerazzurro Casiraghi a Milano nel 2006, dopo essersi fatto notare in un torneo giovanile a Sochaux. Regista di centrocampo dalla gran tecnica, si dice che il suo problema fosse la scostanza, la scarsa voglia di lavorare, l’indolenza caratteriale, motivi per cui Mancini lo fece debuttare senza mai dargli continuità.

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Una presenza in campionato, da subentrato contro il Livorno, nella stagione 2006/07, più altri quattro timbri in Coppa Italia, di cui uno da titolare a Messina. La stagione successiva il bilancio si ridusse già a una sola misera affermazione, sempre nella Coppa nazionale. E poi? Solo un lungo girovagare tra prestiti infruttuosi, prima al Twente e poi al Vicenza. Nel 2009 viene scaricato a titolo definitivo al Bellinzona, ma non si trasformerà mai in un rimpianto. L’Iran e la Paganese in Lega Pro sono i due punti più bassi toccati di recente. Può comunque consolarsi: per lo meno non si è arruolato nell’Isis.

 

 

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