Inter, minuti finali ancora letali, manca la capacità di dare il colpo del KO

Come contro la Fiorentina: prestazione discreta, vantaggio, rimonta subita e rimpianti. L’Inter ieri non ha perso come al Franchi, segno di una squadra sicuramente più evoluta rispetto a un mese e mezzo fa e non penalizzata da scelte arbitrali discutibili come la famosa e giustamente contestata espulsione di Telles.

Miranda

Segno che una maturazione è avvenuta in maniera tangibile, ma che manca ancora quel killer instinct, quella capacità di chiudere le partite in grado di fare la differenza tra le buone e le ottime squadre. Anche ieri, infatti, l’Inter si è rintanata un po’ troppo nella sua trequarti nelle battute finali dell’incontro, non riuscendo più a pressare alto e a far respirare la sua retroguardia. Ovvio che l’inerzia della sfida prevedesse una Roma con la foga e la voglia di pareggiare, ma con gli attaccanti un po’ più stanchi dopo una partita di grande sacrificio, è stato più complesso offrire e creare ripartenze pericolose.

Alla fine il goal giallorosso, seppur nella sua totale casualità, è stata la logica conseguenza di una pressione sempre più costante, accompagnata da un buon numero di occasioni. Sicuramente le tante assenze di ieri hanno privato il Mancio di alternative credibili e in grado di dare alla squadra energie fresche per giocare un finale alla pari. Non si può negare che sia però determinante anche un fattore di mentalità, ciò che più può consentire la crescita di un gruppo buonissimo di giocatori in certe situazioni.

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