EDITORIALE – E ci voleva così tanto?

Partiamo da un dato:
il solo Eder ieri sera ha creato ben 6 occasioni da gol, messo da Mancini come falso nueve e comunque non nel suo ruolo naturale.
Mettendo insieme tutte le ultime giornate di campionato e magari sommando anche la partita di coppa dell’andata l’Inter non ha prodotto 6 palle gol.
Maurito Icardi la maggior parte dei match, se è una giornata positiva, tocca 1/2 palle in 90′.
Ieri no. E può essere la svolta, o almeno così si spera.
Finalmente un modulo conosciuto anche dai calciatori il 4-3-3, ma soprattutto rabbia, grinta concentrazione per 120′ e compattezza.
Fuori Mancini dettava movimenti e regole, dentro i giocatori parlavano quanto mai avevano fatto prima. Perché per le imprese ci vuole innanzitutto il gruppo, non possono bastare i singoli, anche se quelli aiutano.
Quindi possesso palla, passaggi, azioni avvolgenti e grandi spazi per le fasce, ottimamente sfruttate, ma anche contrasti vinti, palle recuperate e dribbling.
Il problema non era né nelle gambe, né un fatto tecnico, era (o è perché una rondine non fa primavera) nella testa.
E la testa magari si è sbloccata.
Dopo lo sfogo e la tirata d’orecchie (capolavoro societario) dei dirigenti e dell’allenatore, i ragazzi hanno ascoltato e anche se magari qualcuno un po’ stizzito (vero Icardi?), hanno reagito.
A proposito di singoli, una coppia di centrali difensivi, non proprio titolare, attenta, concentrata, sempre alla ricerca dell’anticipo, senza pensare ai fronzoli ed ai ricami (quante spazzate finalmente!). I terzini, Santon in primis, stoici, a macinare chilometri, a difendere ed a proporsi e soprattutto l’azzurro a rimanere in campo anche dopo la brutta botta rimediata. Pitbull Medel è l’uomo ovunque, maratoneta instancabile e prodigo di consigli e aiuto per i compagni. Finalmente Kondogbia. Il francese, dopo un’ottima prestazione (l’unico o quasi!) giocata domenica, gioca un primo tempo perfetto e solo un piccolo infortunio lo toglie dalla battaglia. E’ tornato epic Brozo, che si riprende la scena ed il centrocampo, due gol, uomo a tutto campo ed allenatore in campo, come quando fa salire la difesa o smista palloni per le fasce. Buono Ljajic, straripante Perisic che fa quello che vuole per 120′ sfoderando tutto il repertorio, scatto, sacrificio, dribbling ed ottimo Eder, una vera spina nel fianco che non da mai punti di riferimento agli avversari.
Mancini finalmente! Uomini nelle loro posizioni naturali, modulo conosciuto e…la squadra gira.

E ci voleva poi così tanto? Forse sì o forse no ma il tempo stringe e bando alle ciance #cidobbiamocredere.

C’è ancora un posto al sole da andare a conquistare.

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