Dal Tottenham alla Juve non cambia nulla: quante similitudini tra le due beffe

In tanti, dopo la delusione maturata ai rigori, avranno ripensato alla sfida col Tottenham di Europa League di 3 anni fa. Anche a quel tempo, un’Inter in difficoltà e reduce da un’annata che l’aveva vista sprofondare dai piani alti della classifica verso posizioni molto più basse, regalò ai suoi tifosi una rimonta insperata dopo il naufragio dell’andata. Sempre 3 a 0 il punteggio da recuperare, sempre contro una squadra bianconera, sempre col sostegno del popolo del Meazza.

L’andamento delle due partite è stato pressoché simile, con l’unica eccezione di un finale diverso solo nella forma e non nella sostanza. A quel tempo bastarono i supplementari a mandare in frantumi gli sforzi nerazzurri, stavolta sono stati i rigori a costringere la squadra e i tifosi ad accontentarsi della reazione, degli attributi mostrati, delle tante emozioni suscitate, così positive a tal punto da mitigare l’amaro in bocca del finale.

All’epoca il trascinatore fu Cassano, che aprì le danze con un goal veloce nel primo tempo e poi bravo a chiudere la rimonta con un calcio piazzato viziato da un paio di decisive deviazioni. Ieri il suo ruolo è stato assunto egregiamente da Brozovic, che ha dato subito speranza negli istanti iniziali e poi abile, e in parte fortunato sul tocco di Neto, a raggiungere il sospirato punteggio, quello che avrebbe prolungato la sfida oltre il novantesimo. In mezzo un goal agli albori del secondo tempo in entrambi i casi: ieri Perisic come Palacio tre anni fa. Similitudini nei goal, ma anche nelle occasioni. Chi, vedendo ieri la traversa di Ljajic nel primo tempo, non ha penso a quel pallonetto di Palacio che baciò la stessa identica parte superiore del legno? Chissà se un doppio vantaggio all’intervallo non avrebbe permesso in tutte e due le situazioni di dosare meglio le forze nella ripresa e provare a chiudere i conti senza i maledetti extratime, o magari arrivandoci più riposati. Peccato che in entrambe le serate c’era l’occasione per esplodere di gioia sul più bello, alla fine, quando l’avversario non avrebbe avuto più tempo di rimediare. Perisic come Cambiasso: lo ha detto anche Juan Jesus, in campo oggi come allora e autore di un ottimo match. Coincidenze clamorose, come il palo di Zaza e il pallonetto a colpo sicuro di Adebayor, le uniche chance concesse agli ospiti, sbagliate e che hanno almeno concesso il lusso di sognare un po’ di più.

Restano quel pizzico di amarezza, gli applausi scroscianti e la consapevolezza di tifare una squadra che più pazza non si può. 

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