Crollo Inter: le cause della crisi nerazzurra in quattro punti

Il Corriere della Sera ,nell’edizione odierna, analizza il momento dell’Inter, soffermandosi sui vari problemi che attanagliano la società nerazzurra. In particolare suddivide l’attuale crisi in quattro punti:

MANCINI CONFUSO – Mancini resta al centro del progetto”, ribadisce Ausilio, ma la sensazione è che dopo un grande avvio, la squadra continua a non avere un’ identità tattica e caratteriale. Troppi cambi di formazione, troppe rotazioni folli comportano una mancanza di personalità oltre che una tenuta fisica carente in campo. E la società inizia ad avere i primi dubbi che Mancini non sia più adatto al progetto Inter, perché si sta sempre più disinnamorando e comincia ad essere sfiduciato dalle garanzie finanziarie di Thohir.

FRAGILITA’ DIFENSIVA – L’errore dilettantesco di D’Ambrosio è solo l’ultimo di una serie che ha coinvolto tutta la difesa nerazzurra: da Miranda a Murillo, passando per Nagatomo e Santon, tutti si sono resi protagonisti di prestazioni negative con errori colossali con la fiducia ridotta sempre più ai minimi termini.

MEDIANA POVERA – La cessione di Guarin ha portato solo un risvolto positivo: il cash arrivato dallo Shangai Shenhua che ha rimpinguato le casse nerazzurre. Infatti questa cessione ha portato la rosa ad avere un reparto formato da 5 centrocampisti, quindi povero sia in quantità che in qualità. E tra i nuovi spicca in negativo Felipe Melo: giocatore voluto da Mancini e che ha ampiamente deluso le aspettative del tecnico jesino.

STERILITA’ OFFENSIVA 34 goal in 27 partite dimostrano come l’Inter abbia numerosi problemi in attacco. L’ultimo acquisto nel reparto offensivo, Eder, non ha portato i risultati sperati. L’oriundo rappresenta il mercato ondivago dei nerazzurri, visto che risulta essere l’ottavo attaccante in rosa e contro i bianconeri la coppia d’attacco era formata da Palacio-Icardi. Dal mercato estivo bocciature per Jovetic e Perisic, giocatori voluti fortemente da Mancini.

Tra questi problemi emersi, spiccano le parole di Ausilio: “Terzo posto ancora possibile”. Parole che assomigliano più ad una flebile speranza, che ad una vera fiducia.

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