GdS – Ronaldo: “Le mie verità su conferma del 2002 e ritorno 2007, non ho sbagliato perché…”

La sua presenza non poteva passare inosservata, anche se diverso trattamento rispetto al mito Mourinho, Luis Nazario Da Lima, per tutti Ronaldo, ha incantato per anni da giocatore, ma anche fatto discutere con due tradimenti nerazzurri, il primo quando ristabilito e in forma vince il Mondiale 2002 e scappa a Madrid, il secondo, nel 2007, quando indossa la maglia del Milan. Ma il Fenomeno non è tipo che si intimidisce davanti ai fischi e a La Gazzetta dello Sport si racconta.

Non mi aspettavo niente, non mi ero chiesto cosa succederà? – dice Ronaldo – “e soprattutto non ero venuto a San Siro per vedere cosa sarebbe successo, ma solo perché mi andava di rientrare in quello stadio. Non sono pentito. Sono andato in giro per Milano per quattro giorni e non ho fatto altro che foto e autografi, non sa quanta gente mi ha fermato con affetto. Quelli che mi hanno insultato sabato sera per me sono una minoranza. E comunque non posso avercela più di tanto con chi non sa la verità, o ha fatto finta di non capirla.

La verità secondo il Fenomeno, spiegherebbe il secondo tradimento: “Io nel 2007 volevo tornare all’Inter e a Branca lo dissi chiaramente. Lui disse che doveva parlare con Moratti, mi tennero in ballo più di una settimana perché il mio ritorno dipendeva dalla partenza di Adriano. E alla fine scelsero Adriano“.
La scelta di approdare a Milano in ogni caso lascia discutere: “A Madrid non potevo più stare, Milano l’ho sempre avuta, e continuo ad averla, nel cuore: mi piace troppo, mi piace tutto. E soprattutto: il Milan mi cercò con tutte le forze e il no dell’Inter mi ferì. Come quello di cinque anni prima, quando poi andai a Madrid. Perché io a certe condizioni sarei rimasto anche allora, si sa».

Il primo trasferimento a Madrid per Ronaldo fu, a detta dell’ex attaccante colpa del rapporto teso con Cuper, uno che tendeva a trattare tutti sullo stesso piano, il Fenomeno però ha modo di incontrare Moratti dopo tanto: “In quel pranzo ci sono stati due argomenti scottanti: Cuper e il gol che segnai con la maglia del Milan nel derby. Ognuno in questi casi è convinto di avere ragione, e in fondo capisco anche le ragioni di Moratti: per questo alla fine bisogna perdonarsi. Io ci credevo forte, pensavo che avrebbe scelto me e non Cuper, e invece fu più forte Cuper. Ma credevo forte anche di poter tornare all’Inter dal Real, lo volevo molto. E infatti, negli anni successivi, ha sempre detto che nel suo cuore l’Inter occupa un posto molto più importante del Milan. Nella mia carriera ho avuto tre squadre più importanti di tutte le altre: il Corinthians, l’Inter e il Real Madrid. Questione di rapporti incredibili, più che di risultati sportivi

A proposito di rapporti speciali e dopo il pranzo, rivedere Moratti deve essere stata una bella emozione per chi l’ha definito “il mio papà di Milano“: “Al di là delle sue quote, mi sembra che oggi si senta finalmente più tifoso che proprietario. E dico finalmente per lui, nel senso che è così che gli piace vivere l’Inter“.
L’Inter però ora è in mano a Thohir, subito il progetto come ambasciatore o è ancora fantascienza: ”
E’ stato un discorso appena accennato: bisognerà parlare di tante cose, capire cosa potrei fare per l’Inter, perché ambasciatore mi sembra un’idea un po’ astratta. Anche perché l’ambasciatore interista l’ho sempre fatto, e l’ho fatto anche in questi giorni, senza impegni contrattuali. E comunque ci sono tanti modi possibili per riallacciare un rapporto con l’Inter, al di là dell’affetto”.

 

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