L’Inter è scarica, nei finali è stanca e perde la testa

40 giorni fa l’Inter vinceva giocando malissimo ad Empoli, una delle tante partite non spettacolari dei nerazzurri, bloccando però gli attacchi dei toscani e portando a casa i 3 punti grazie al gol di Icardi. Qualcosa di negativo si era visto in casa con la Lazio nell’ultimo match del 2015, quando nel finale la follia di Melo aveva regalato i 3 punti ai biancocelesti. Un campanello d’allarme subito spento ad inizio anno.

O almeno così si pensava. Quel campanello si è riacceso ed è diventato sempre più forte e ora l’Inter è quinta, rischia seriamente la qualificazione in Champions ed il morale è sotto terra. Il finale con la Lazio non è stato solo un caso, ma un elemento ricorrente nelle partite dell’Inter del recente passato, che non riesce a chiudere le partite quando è in vantaggio, subisce molto gol in più e spesso nel finale finisce ko.

I punti buttai nel finale sono tanti. Il gol di Candreva al 88esimo, il rigore di Berardi al 95esimo, Lasagna al 93esimo, tutti a San Siro. Poi si è messo anche Babacar ieri, che ha capovolto la classifica tra il terzo e il quinto posto. Tanti punti buttati nel finale, segno di una forza mentale che viene a mancare quando entra in gioco la paura. Le gambe tremano e la testa non c’è più. Vedi anche il match con il Chievo, con l’1 a 0 a rischio nei minuti finali. L’Inter non riesce a tenere palla, non sa allontanare gli avversari e crolla se c’è da chiudere gli spazi nel finale.

Nessuno pretende che non si debbano prendere gol nel finale, le partite durano 90 minuti e oltre, ma se solo si fossero evitati due di questi 4 gol, ad esempio Lasagna e Babacar, l’Inter nonostante tutto, sarebbe stata ancora terza. Considerato il periodo grigio scuro, il terzo posto avrebbe dato sicuramente una mano in più, soprattutto a livello emotivo, in una squadra dove non si vede ancora quella forza di gruppo che dovrebbe spingere nel finale di stagione. Bisogna ricaricare le pile e ripartire, come se nulla fosse successo, rincorrendo Fiorentina e Roma senza più permettersi passi falsi inaspettati.

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