CdS – Icardi (1/2): “Mancini mi chiede 15-20 gol a stagione e farò di tutto per accontentarlo. In Champions con l’Inter e quel palo nel derby…”

Quando si parla di Mauro Icardi ci si dimentica che a soli 23 anni è il capitano dell’Inter, capocannoniere della passata Serie A, padre e marito felice, una vita perennemente di corsa e mai banale. Maurito si racconta al Corriere dello Sport.

Un Mauro Icardi contento fino a metà dell’Inter, promuovendo la prima parte di campionato: “Fino a metà a dicembre un bel 9 perché siamo andati molto bene. Nell’ultimo mese abbiamo avuto un calo e abbiamo perso qualche punto in classifica. Il voto complessivo è un po’ sceso, ma lavorando fino alla fine possiamo riprenderci. Io credo alla Champions fino da luglio quando abbiamo parlato a Riscone. Ero convinto che ce la potevamo fare allora e ne sono ancora più convinto adesso”.

Una motivazione che da capitano non può venir meno: “Fino a inizio gennaio eravamo primi, avevamo dimostrato di poter battere chiunque e di poter stare in altre. Tante squadre sono in corsa per la Champions e contro una di queste, la Fiorentina, domenica avremo uno scontro diretto importante. Dobbiamo pensare a far bene con i viola e so già che non sarà facile perché loro sono forti”.

Esiste una voglia da calciatore, quella di disputare la Champions League: “E’ il mio obiettivo e anche quello dell’Inter. Noi abbiamo avuto la fortuna di fare molto bene fino a metà dicembre, ma era difficile pensare che tutto potesse sempre andare in maniera perfetta anche perché tutte le squadre nell’arco di un’annata hanno alti e bassi di rendimento. Alla Juventus e al Napoli il periodo negativo è capitato a inizio stagione, a noi adesso. A inizio stagione tutto era più difficile perché eravamo nuovi e in campo ci conoscevamo meno. Ora invece sappiamo come si muovono i compagni e cosa dobbiamo fare. Nelle ultime due partite abbiamo creato molte più occasioni da rete e abbiamo anche espresso un calcio migliore. Purtroppo abbiamo lasciato per strada punti pesanti contro la Lazio, il Sassuolo e il Carpi ed è arrivato il momento di dare di più, di non commettere certi errori”.

Una stagione, quella di Icardi, nata con le polemiche post Bologna: “In 10 partite mi sono arrivati 4 palloni e ho fatto 3 gol. Non mi sembra una brutta media. Non volevo essere polemico, ma so bene che a voi giornalisti le polemiche piacciono. Quella frase era anche un po’ scherzosa e non intendevo mancare di rispetto ai compagni. Io sono un attaccante e il mio compito è segnare il più possibile aiutando la squadra. Non mi pongo mai un obiettivo. Davvero, non saprei cosa rispondere se mi chiedono quanti gol farò“.

Sono sincero, segno più al ritorno? Non lo sapevo. Non faccio molto caso alle statistiche. Comunque fondamentale anche Mancini, prima del suo arrivo ero un centravanti che stava dentro l’area e cercava di fare gol quando riceveva il pallone. Mancini mi chiede di giocare più per la squadra, di muovermi e di partecipare alla manovra. Per me questo è stato un cambiamento importante e mi sto impegnando per metabolizzarlo. Posso migliorare ancora. Quando è arrivato Mancini è stato chiaro. “Tu devi fare 15-20 gol a stagione, poi se ne fai ancora di più, meglio” mi disse. E’ stato scritto che mi chiede sempre di più, ma è normale che un allenatore stimoli e voglia sempre il massimo da un suo giocatore. Ho letto anche che io sarei arrabbiato con lui perché sono andato in panchina contro la Roma, il Genoa e il Milan, ma non è vero perché nell’arco di una stagione ci sta di saltare qualche partita. All’inizio se uno non gioca ci rimane un po’ male, ma l’ho subito detto anche al direttore sportivo Ausilio che non c’erano problemi. Tra me e Mancini c’è un buon rapporto».

A proposito di panchine e di guai, ecco il ricordo del derby e l’incubo di rivivere quel rigore:”Ne ho parlato nei giorni successivi con l’allenatore e i compagni e credo di averlo calciato anche bene. Donnarumma è un portiere alto e ho tirato forte perché avevo paura che potesse intuire il tiro e deviarlo. Ho angolato un po’ troppo e la palla è andata sul palo. Sono sempre pronto a calciare un rigore. Solo chi non li calcia non li sbaglia”.

Nella vita si può sbagliare. Il calcio è una parte importante, ma ho anche la mia famiglia e tante altre cose. Cerco di dare il massimo in campo e di essere felice fuori”.

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