AAA Cercasi identità: a oltre metà campionato è tempo di gerarchie e certezze, ma quali?

Il tempo degli esperimenti deve finire. L’Inter del girone d’andata poteva permettersi il lusso di cambiare repentinamente, scompaginare moduli e schemi di domenica in domenica, forte di un gruppo motivato, compatto, carico e capace di adattarsi a ogni situazione. Santon, ieri, poteva ricordare l’esempio di D’Ambrosio contro la Roma di qualche mese fa, ma è stato invece risucchiato dalla tragicità, sportiva si intende, del momento. Il derby ha rappresentato il fondo, ora si può solo risalire e per farlo ci si deve ancorare a determinate certezze. Certezze che ora non si hanno, ma che un allenatore deve avere il coraggio di trovare, insistendo sin da subito su di esse. Proviamo a suggerigliene qualcuna:

DIFESA – Poco da dire. Il mercato ha risucchiato tante alternative, ma la coppia Miranda-Murillo non va certo messa in discussione. Telles finora ha mostrato buon piede, soprattutto sui calci piazzati, e progressi in difesa. Perché centellinarlo in questa maniera? Nagatomo è costante preda di facili errori. D’Ambrosio e Santon offrono garanzie diverse, chi più in difesa e chi invece in fase di spinta. Quest’ultimo non deve essere bruciato, ma riproposto in un contesto meno impegnativo, soprattutto se le cose dovessero migliorare.

CENTROCAMPO – La soluzione a due fatica e non opera più il dovuto filtro davanti alla difesa. Brozovic appare troppo sacrificato e Medel sembra essere in una condizione fisica poco idonea al tipo di gioco e utilità che può offrire. Kondogbia è un investimento da non depauperare e a inizio campionato, nel ruolo di mezzala, qualcosina di buono ha fatto vedere. Loro tre, in un’ipotetica linea mediana, possono essere la base sulla quale puntare, anche perché le alternative sono ridotte all’osso. Di questi tempi, però, un Melo al posto di Medel non sarebbe da interpretare come un’eresia.

ATTACCO – Eder è stato acquistato da poco e di sicuro si insisterà ancora su di lui. Ieri è stato tra i “meno peggio” e può essere per Icardi ciò che negli ultimi due anni è stato Palacio. Una spalla capace di sacrificarsi, muoversi bene e trovare il goal quando necessario. A completare il tutto ci potrebbe essere Ljajic, anche da trequartista alle spalle degli ex sampdoriani. Ieri ha steccato, ma da inizio stagione è l’uomo che ha portato più qualità nella manovra nerazzurra, facendo spesso da collante tra gli ultimi due reparti. Jovetic sembra involuto e alla ricerca costante di un colpo di prestigio che non riesce, mentre Perisic, per quanto possa sbattersi in Km macinati, non è affatto un portatore di qualità negli ultimi metri. Come carta dalla panchina potrebbe avere il suo perchè, sfruttando proprio il suo fattore velocità.

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