Cosa manca a questa Inter? Ecco i ruoli da rafforzare con un nome nuovo

Questa finestra di mercato invernale non sta regalando colpi ad effetto come la precedente sessione estiva per le squadre italiane. Sono tanti i nomi che circolano attorno alle big del nostro campionato, ma il più delle volte finiscono con il diventare delle semplici ed incompiute suggestioni. È questo il caso anche dell’Inter targata Roberto Mancini che dopo un mercato estivo scoppiettante, fatica ora a mettere a segno quei ritocchi alla rosa fondamentali per la corsa scudetto ma ai quali è quasi impossibile arrivare per via delle restrizioni finanziarie imposte dalla Uefa.

Ma cosa manca veramente a questa squadra per essere al livello di Juventus e Napoli. I punti saldi sui quali non è doveroso intervenire sono sicuramente il portiere e la coppia di difensori centrali, vero punto di forza di questa Inter versione 2015/2016. Sulle corsie esterne forse un innesto sarebbe gradito, visti le continue rotazioni di uomini specialmente sulla fascia sinistra. È però il centrocampo il ruolo più delicato nel quale sarebbe più utile intervenire; aggiungere infatti qualità in un reparto già estremamente solido e fisico vorrebbe dire far compiere quel definitivo salto di qualità all’intero gioco della squadra, per lunghi tratti ancora troppo lento e macchinoso e basato principalmente sulle giocate dei singoli. In un ipotetico 4-2-3-1, vera ambizione tattica di Mancini ma al momento difficile da realizzare per la mancanza dei giusti interpreti, al fianco dei muscoli e della fisicità di uno tra Medel, Melo e Kondogbia, servirebbe un uomo capace sì di dare una mano in fase di copertura e protezione della difesa al compagno di reparto, ma anche di avviare la manovra offensiva della squadra con giocate rapide e di qualità. “Uno con i piedi buoni” per farla breve.

Un profilo sicuramente difficile da raggiungere, sopratutto durante la sessione di mercato invernale e visti i pochi interpreti di livello in circolazione. Uno di questi potrebbe essere sicuramente Moussà Dembele del Tottenham, un giocatore che rispetterebbe in toto quell’identikit sopra descritto. Il centrocampista belga classe 1987 è infatti relativamente giovane e con una grande esperienza a livello internazionale, dotato di un mancino di altissima qualità, grande struttura fisica (1,85 cm per 85 kg), ottima visione e tempi di gioco data dal suo passato da trequartista, e di una grande duttilità che gli permette di esprimersi ad altissimi livelli in tutti i ruoli del centrocampo. Può infatti essere schierato sia da regista basso (suo attuale ruolo agli Spurs), da mezzala sinistra con caratteristiche da incursore e da trequartista, capace di rifornire con palloni precisi le punte o di arrivare a potenti e calibrate conclusioni da fuori. Un centrocampista completo, molto affidabile e dal prezzo non eccessivamente impossibile (20-25 milioni potrebbero forse bastare).

Per quanto riguarda il reparto avanzato infine di abbondanza e qualità sembra essercene abbastanza, con tre giocatori come Ljajic, Perisic e Biabiany, capaci di giocare sugli esterni e di ripiegare, chi più chi meno, anche in fase difensiva, e tre punte quali Icardi, Jovetic e Palacio, con caratteristiche molto diverse tra loro ma assolutamente complementari gli uni con gli altri.

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