TI TE DOMINET MILAN – Bernardo Cianfrocca (SpazioInter) e Daniele Mariani (SpazioMilan) ci parlano del 2015 di Inter e Milan

Molti punti in comune in questi ultimi anni soprattutto alla voce “delusioni”, due campionati diversi almeno per ora. Inter e Milan stanno vivendo due momenti differenti. Entrambe le squadre hanno più punti rispetto all’anno scorso ma se sulla sponda nerazzurra si stanno gettando solidi basi per il futuro, la situazione sta pian piano degenerando su quella rossonera, conseguenza di un campionato finora poco brillante. Per questa ragione siamo andati ad intervistare due giornalisti vicini ai due ambienti per tirare un bilancio dell’anno appena passato e per sottolineare quelli che devono essere, per forza di cose, i presupposti per quello che verrà.

Situazione in classifica molto diversa rispetto ad un anno fa. Dopo la 17esima giornata i nerazzurri avevano 14 punti in meno mentre i rossoneri 3 in meno. Stando a questi dati quanto sono state rispettate le aspettative che erano state fatte un anno fa e cosa invece ti aspetti dal prossimo anno?

MILAN: Secondo me per quanto riguarda l’Inter, ha fatto molto di più di quanto ci si poteva aspettare. Nonostante l’ultima partita, è prima in classifica e nessuno all’inizio della stagione se lo aspettava anche se ha fatto un mercato molto buono. Il Milan ha fatto molto meno di quello che poteva fare. Col materiale a disposizione i nerazzurri hanno fatto quasi il massimo e sicuramente potranno lottare per l’obiettivo minimo che è la Champion’s, mentre il Milan ad oggi avendo una posizione in classifica diversa con diverse partite buttate è molto difficile che in prospettiva riesca a lottare per lo stesso obiettivo.

INTER: Le aspettative di questo 2015 sono state in parte deluse nei primi mesi, ma con l’inizio del campionato c’è stata una decisa e piacevole inversione di tendenza. Società e allenatore hanno collaborato ottimamente durante la sessione di mercato e la gestione del gruppo di Mancini ha consentito questa straordinaria partenza. Nessuno si sarebbe aspettato un’Inter al primo posto, anche se la folta concorrenza impone di non abbassare mai la tensione. Credo che la differenza col Milan sia consistita nella grande chiarezza dei ruoli e delle responsabilità in società voluta da Thohir e nella capacità manageriale del tecnico. Nel 2016 mi aspetto una squadra che sappia confermarsi, magari non al primo posto, ma almeno nelle prime tre della classifica poiché tornare in Champions è imprescindibile, possibilmente con più continuità a livello di gioco e prestazioni.

 

Qualche è stato il miglior giocatore del 2015 per te, quello che ha inciso di più, e chi invece ha deluso le aspettative?

MILAN: Riguardo al giocatore che ha fatto meglio non posso non dire Bonanventura. Ha confermato quanto aveva fatto vedere l’anno scorso con Inzaghi. Con Mihailovic ha raggiunto quella fase di maturità di un giocatore che io considero di immenso talento e che in prospettiva merita senz’altro di andare agli Europei. E’ senz’altro il valore aggiunto di questo Milan che a livello di qualità è molto carente. Penso anche che meriti la fascia da capitano molto più di Montolivo. E’ difficile fare un nome su tutti per quanto riguarda il giocatore più deludente per questo esco dal campo e dico Galliani.

INTER: Considerando globalmente il 2015, il miglior giocatore non può che essere Icardi. Ha vinto il titolo di capocannoniere, è migliorato tatticamente e anche caratterialmente, convincendo Mancini a dargli la fascia da capitano. In questa stagione è partito a rilento, ma ha saputo accettare le panchine e ora sta di nuovo emergendo con prepotenza. Non posso poi non menzionare Miranda e Murillo, che rappresentano il vero salto di qualità rispetto al campionato passato. Se dall’ex Atletico mi aspettavo un rendimento simile, il colombiano mi ha sorpreso molto: temevo fosse un doppione di Jesus, grandi doti fisiche ma tatticamente indisciplinato e svagato. Per fortuna mi ha smentito in fretta. Shaqiri è stata la grande delusione. Da lui ci si aspettava grandi cose, così come da Kondogbia, sul quale però ripongo ancora tanta fiducia.

 

Anche dal punto di vista degli allenatori molte cose sono cambiate. Rispetto ad un anno fa, aldilà della classifica, quanto è migliorata o peggiorata la situazione?

MILAN: La situazione è migliorata ma poco. L’esperienza di Miha ha avuto senz’altro un impatto positivo e il tecnico serbo sta facendo delle cose buone e molto diverse rispetto al passato. Il problema è che volendo lavorare al Milan devi sottostare a delle regole che pian piano stanno venendo fuori. E anche Mihailovic se n’è accorto. E’ arrivato con tutto il carattere e il carisma che aveva dimostrato in questi anni ma i rossoneri avendo delle filosofiche forse anche poco democratiche lo stanno obbligando a rispettare determinate regole. Il tecnico comunque ha la squadra in pugno ma non sembra il vero Mihailovic.

INTER: Rispetto a un anno fa le cose sono migliorate molto e non avevo dubbi che ciò sarebbe accaduto. Ho sempre riposto una fiducia sconfinata in Mancini, un tecnico che molti considerano nato con la camicia, ma di cui sono sottovalutate le capacità di costruire e creare una mentalità vincente. All’Inter e al City ha plasmato due squadre granitiche, ha forgiato ambienti entusiastici e solidi. Ora ci sta riprovando con i nerazzurri e pare che anche questa volta l’impresa possa riuscirgli.

 

Nel mercato di riparazione si cerca sempre di tappare i buchi che ha lasciato in eredità quello estivo. In rapporto al gioco mostrato dalla tua squadra in questa prima fetta di stagione dove avrebbe necessità di intervenire per migliorare la rosa?

MILAN: La prima priorità è quella del centrocampista centrale. Sono anni che serve un regista per questo a gennaio sarebbe fondamentale rendere un profilo di un certo peso anche s enon ci sono i soldi per fare degli investimenti importanti. Sento parlare di Banega, Mati Fernandez che sono comunque giocatori utili in corso d’opera. Un’operazione che farei è bloccare il giovane Sensi che se non blocchi adesso rischi di perdere. Come seconda priorità servirebbe un esterno destro al posto di Cerci, un giocatore che di ruolo che giochi lì.

INTER: Nel mercato invernale bisogna muoversi con prudenza, perché c’è il rischio di rompere gli equilibri di squadra creati e di acquistare giocatori che poi rischiano di non ambientarsi subito in Italia come successo con Shaqiri e Podolski . Snellirei il numero dei terzini e prenderei un centrale difensivo di grande affidabilità se Ranocchia e Vidic, come sembra, dovessero salutare. In attacco francamente toccherei poco: sono già in 6 e per due competizioni, di cui una non molto spossante, possono bastare sia in numero che in qualità. Non spenderei mai nella vita 25 o 30 milioni per Candreva, buon giocatore sicuramente ma che non farebbe una differenza tale da giustificare quella cifra. Un regista ci vorrebbe, anche se poi tra i vari Medel, Melo e Kondogbia rischia di esserci un mediano di troppo e ciò imporrebbe a Mancini di operare delle scelte nette.

 

Cosa dovrebbe migliorare ancora la tua squadra per compiere un decisivo salto di qualità?

MILAN: Dipende molto dai giocatori che hai. Se acquisti giocatori che hanno poca personalità o poco carattere è difficile che riesci a fare molto di più. E’ vero anche che con quattro punti tra Verona e Carpi sei vicino alla Roma però muoversi bene a gennaio sarebbe ottimo. Con questi giocatori puoi fare di più ma non molto. Tatticamente penso che il 4.4.2 sia un punto di partenza importante. A livello di motivazioni, vincere migliorando il gioco credo sia un obiettivo alla portata.

INTER: Per il salto di qualità ci vuole un miglioramento definitivo dal punto di vista del gioco e della qualità delle prestazioni. Dopo la sosta di novembre si sono visti dei segnali positivi, eccezion fatta per l’ultima partita contro la Lazio. L’alternarsi di moduli e uomini non mi dispiace affatto, anche se Mancini troverà più punti fissi. Il 4-2-3-1 al quale l’allenatore aspira è una buona strada, anche se la mediana Medel-Melo presenta delle controindicazioni nette. Tra Kondogbia, Brozovic e Guarin almeno uno deve giocare, mentre con la linea a 3 ce ne devono essere due.

 

Quali sono i tuoi undici ideali?

MILAN: Allora tra i pali metterei Donnarumma, Calabria come terzino che è abbastanza pronto, Mexes e Romangoli con Antonelli esterno sinistra. A centrocampo Bertolacci centrale con Kucka. Esterno sinistro Bonaventura e sulla destra Honda che forse è quello che fa meno peggio. In attacco Bacca e Balotelli che secondo me in alcune partite ha caratteristiche uniche e ti può far vincere.

INTER: Handanovic-D’Ambrosio/Santon-Miranda-Murillo-Telles-Medel-Brozovic-Kondogbia-Ljajic-Jovetic-Icardi. Scelgo questa formazione in base a quanto visto finora e a quanto mi aspetto da alcuni giocatori. Trovare un Kondogbia ai livelli del Monaco sarebbe fondamentale, mentre  avere dei cambi come Guarin per Brozovic, Melo per Medel e Perisic per Ljajic rappresenta  un lusso non da poco. Così sì che cambiare spesso è più facile.

 

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