PAGELLONE 2015 (VECCHIA GUARDIA) – Icardi il top, Medel in grande crescita come Brozo. Bocciati Ranocchia e Vidic

Diamo un voto al 2015 dei calciatori nerazzurri che hanno avuto la sfortuna di vivere anche la prima parte di questo anno, culminata con uno sciagurato ottavo posto e due frettolose eliminazioni dall’Europa League e dalla Coppa Italia. Ovviamente i giudizi tengono conto dell’intera durata dell’anno solare:

Handanovic 7: ha regalato più di qualche incertezza sul finale della scorsa stagione, ma a tutti sarebbe venuta la depressione vedendo ciò che combinava la sua squadra e, soprattutto, la sua difesa. In questo campionato, esclusa la serata contro la Fiorentina, è stato perfetto. Superlativo contro Roma e Torino, ottimo contro l’Udinese, le grandi parate su Soddimo e Destro, sempre attento e concentrato. Aveva anche parato il rigore di Candreva…

Carrizo 5,5: una buonissima gara di Coppa Italia non può cancellare lo scempio della gara d’andata di Europa League contro il Wolfsburg. Magari saremmo usciti, ma lui ha dato una gran mano…

Ranocchia 5: Mancini ha detto che spesso gli sono state date colpe non sue. Forse ha ragione, ma di sicuro lui ne ha combinate tante. Ha impacchettato la semifinale di Coppa Italia al Napoli, regalato goal ai vari Nainggolan, Lestienne e compagnia. In questo campionato si è fatto trovare pronto nei vari spezzoni in cui è stato chiamato in causa, ma da titolare ha giocato una volta. Se non è una bocciatura questa…

Juan Jesus 6: anche lui, col fido compare sopracitato, ne ha combinate di cotte e e di crude, ma ha avuto la fortuna di essere spostato nel ruolo di terzino sinistro, dove combina meno danni e si rende di sicuro più utile. Da centrale difensivo nella linea a 4 è a suo agio come Kovacic da esterno d’attacco, ma a 3 già se la cava egregiamente.

Vidic 5: la sua permanenza a Milano non ha comportato gli effetti desiderati all’inizio. La trattativa di risoluzione del contratto in atto con il club è la degna conclusione di un rapporto mai sbocciato. Peccato.

D’Ambrosio 6,5: parte sempre dalle retrovie, ma poi arriva quasi sempre per primo. Si era guadagnato la titolarità lo scorso anno, è stato messo sul mercato, abbandonato e poi splendidamente ripescato. Difensivamente è una garanzia e anche col piede si sono intravisti miglioramenti. Potrebbe tranquillamente ambire a una titolarità continua.

Dimarco s.v.: esordio in prima squadra all’ultima giornata del campionato scorso contro l’Empoli e una presenza in Europa League per lui. Pilastro della squadra Primavera e prospetto per il futuro.

Santon 6: al contrario di D’Ambrosio, parte sempre in prima fila e viene poi risucchiato dal gruppone. Si ripresenta subito alla grande lo scorso gennaio, viene poi eclissato senza troppi demeriti. Stessa cosa quest’anno, dove gioca molto bene all’inizio e viene poi accantonato senza aver combinato danni. Riproporlo non sarebbe uno sbaglio.

Nagatomo 5,5: il giapponese è lontano dai fasti dei primi anni nerazzurri. Qualche partita la fa bene, ma poi casca sempre in errori banali ed evitabili. A Napoli l’espulsione è stata forse eccessiva, ma lui stava palesando grandi difficoltà sin dall’inizio.

Medel 7,5: idolo di San Siro. Criticato per le sue non eccelse qualità tecniche, ma qualcuno ci spieghi come mai a Gattuso nessuno richiedeva di fare il Pirlo. L’Inter non ha un regista, ma lui fa egregiamente ciò di cui è capace. Chiude, corre, recupera, lotta, riduce al minimo l’errore in impostazione e, quest’anno, ha anche segnato una rete vitale contro la Roma. Grintoso e determinato, ma mai cattivo.

Guarin 6,5: eterno dilemma. Esploderà o no? No, rimarrà tale, incompiuto, ma a volte prezioso. Indisciplinato, ma potenzialmente pericoloso per gli avversari. Non indovinerà mai il tempo giusto per una giocata vincente, ma uno con il suo tiro, con la sua progressione, col suo fisico e coi suoi discreti piedi torna sempre utile. Il derby ne è la dimostrazione.

Brozovic 7: il più completo dei centrocampisti nerazzurri. Ha un bel piede col quale impostare, tirare, fare qualche numero e creare superiorità numerica. Tosto in fase di recupero e buone capacità di inserimento e adattabile in più posizioni. Quando sarà titolare?

Gnoukouri 6,5: l’ivoriano esordisce splendidamente nella doppia sfida contro Milan e Roma, ergendosi come uno dei migliori in campo. Normale che ora non giochi mai, ma un prestito può consacrarlo. Non perdiamolo di vista.

Palacio 6: non è più quello della stagioni di Strama e Mazzarri, ma la sua abnegazione è un’arma sempre comoda per Mancini. Ha recuperato dai problemi alla caviglia e qualche goal lo scorso anno lo ha fatto, ma un suo eventuale rinnovo desterebbe un po’ di sorpresa.

Icardi 8: diamo a Mauro ciò che è di Mauro. Ha segnato una caterva di goal, ha vinto il titolo di capocannoniere, si è preso la fascia da capitano, sta crescendo di nuovo come rendimento e spazza via le continue critiche che gli piovono addosso. Dopo Napoli e Genoa sembrava finito in un fossato, ma si è rialzato in grande stile. E’ destinato a smentire gli scettici, che purtroppo si nascondono anche fra i suoi tifosi. E’ un centravanti, per segnare a bisogno di palloni e nemmeno tanti, crescerà come gioco e caratterialmente è già migliorato tanto. Cosa volete da lui?

Dodò S.V: altro anno, altro infortunio. Tanta solidarietà e la sensazione che il suo futuro sarà lontano da Milano.

Allenatore, Mancini 7.5: è il vero artefice della crescita esponenziale dell’Inter nell’ultimo anno. Da squadra di metà classifica a capolista nel giro di pochi mesi: deciso nelle richieste sul mercato, sempre coraggioso nelle scelte tattiche e vero riferimento per i ragazzi dentro e fuori dal campo. Ogni grande squadra non può prescindere da un grande allenatore.

 

 

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