L’anno di Gary Medel, il silenzioso Pitbull fedele a Mancini: grinta e cuore al servizio della squadra

Quando nel novembre dello scorso anno, nel 2014, Mancini è tornato a Milano come un fulmine a ciel sereno, è stato quasi naturale provare ad indovinare subito come sarebbe stata la nuova Inter. Via la difesa a 3 mazzariana, squadra offensiva, fisica, con grandi campioni. In effetti il Mancio ha portato a Milano diversi talenti, alcuni rimasti, altri già andati via, cambiando moduli e uomini partita dopo partita. Anche adesso che è primo in classifica, sembra ancora che stia cercando la sua Inter migliore.

Chi però è diventato imprescindibile è Gary Medel. Il Pitbull era uno degli indiziati a perdere il posto con il nuovo allenatore prima a favore di M’Vila, poi dei vari Guarin, Brozovic, Kovacic, e quest’anno con i nuovi arrivi di Melo e Kondogbia. Invece il piccoletto cileno ha convinto a pieno l’allenatore nerazzurro, che spende solo parole dolci per il suo mediano. Quando ad inizio stagione, dopo un paio di partite da difensore centrale, naturalmente ottime, gli chiedevano quale sarebbe stato il suo ruolo con la rosa al completo, Mancini rispondeva “Ci sarà sempre posto per Medel tra i titolari”. Una dichiarazione importante per chi effettivamente sembra insostituibile.

Mancini ha riportato l’Inter in alto con una squadra simile a quella che ha avuto tra il 2004 e il 2008. Una rosa di giocatori forti fisicamente, mediamente alti con buone capacità tecniche. Poi c’è lui, che viaggia intorno al metro e settanta ma che in campo è un gigante. 8 polmoni al servizio della squadra, una capacità di essere sempre al posto giusto e tanto tanto dinamismo. Uno dei volti principali di una squadra che ha rinunciato ad un po’ di qualità del gioco, per mettere in campo forza e muscoli.

Il punto più alto poi è stato il 31 ottobre 2015. Quasi un anno dopo il suo arrivo, Mancini vince in casa con la Roma, a quel tempo squadra ritenuta favorita per lo scudetto, con una prova non eccezionale, ma incredibile nella metà campo difensiva. Le occasioni sono poche e per trovare la rete ci vuole una giocata del singolo. Ci si può aspettare chiunque, ma il gol arriva proprio da Medel, che con un destro rasoterra dai 25 metri, sorprende Sczcesny e mette la palla in rete per il suo primo gol con la maglia dell’Inter. Gol che varrà la vittoria ai nerazzurri è un ulteriore passo verso l’olimpo nerazzurro per Medel, che oltre ad essere il nuovo pupillo di Mancini, è l’idolo incontrastato delle folle per il cuore che mette sul terreno di gioco ogni volta che viene chiamato in causa.

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