GdS – Luciano Castellini “Sento la maglia nerazzurra addosso”

La Gazzetta dello Sport ha intervistato Luciano Castellini, detto “il Giaguaro” per i suoi 70 anni. Castellini, nonostante non abbia mai indossato la maglia nerazzurra, è interista fino al midollo. Portiere prima del Torino, dove vinse scudetto e Coppa Italia, poi del Napoli, dal 1988 segue i portieri per l’Inter. Zenga, Pagliuca, Julio Cesar, se l’Inter ha un’ottima tradizione tra i pali, molto del merito va al Giaguaro, che anche oggi, nel giorno del suo compleanno, sarà a Interello per valutare un giovane portiere.

Tra le domande quindi, non sono mancate quelle sull’Inter e sul rapporto col mondo nerazzurro.

Lei è un simbolo dell’Inter senza aver mai vestito la maglia dell’Inter: come si fa?

«Sono sempre stato interista. A casa mia a Menaggio, sul lago di Como, ero il vice presidente dell’Inter Club locale. Giocavamo anche il torneo dell’oratorio con quel nome. Poi l’Inter mi diede l’opportunità di entrare nella famiglia e io la maglia nerazzurra me la sento addosso».

Massimo Moratti la mise anche in panchina…

«Sapeva che ero uomo di società, apprezzava sempre se anteponevi l’Inter a tutto il resto. Ma sapeva anche che io ero di passaggio, era un ruolo che non faceva per me, non sarei mai stato pronto. Ancora adesso quando ci troviamo, quasi quasi parliamo in dialetto»

I portieri sono estroversi, perché lei è l’opposto?

«Sono sempre stato un orso, ho dovuto cambiare quando ero in campo. Ora posso tornare orso. Ma quando vincemmo lo scudetto col Toro scoppiai a piangere in campo con Radice. Sono molto emotivo, in quella settimana persi 4-5 chili».

27 giugno 1971: cosa le viene in mente?

«Finale-spareggio di Coppa Italia al Ferraris, Genova. Paro 2 rigori a Rivera e battiamo il Milan».

 

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