CdS – Mancini e Sarri come Luis Enrique e Guardiola, ecco perché…

Inter e Napoli, due squadre, due rivali e due maniere diverse di intendere e approcciare al calcio, sia nel modo di giocare che in quello di gestire le risorse a disposizione. E’ proprio su quest’ultimo aspetto che si concentra il Corriere dello Sport, soffermatosi sull’utilizzo puramente quantitativo dei giocatori ad opera dei due allenatori Mancini e Sarri. Il dato che balza all’occhio è l’inaspettata rotazione del tecnico dell’Inter della gran parte degli uomini che compongono la sua rosa, a dispetto delle certezze di Sarri, che ha invece subito individuato 11 uomini sul quale insistere e continuare la sua marcia trionfante in campionato e in Europa. Proprio l’impegno europeo farebbe pensare a un Sarri maggiormente disposto a ruotare, ma le certezze raggiunte sono troppo importanti per essere sacrificate sull’altare di un turnover troppo spesso abusato da gran parte dei suoi colleghi. Dall’altro lato, c’è un Mancini variabile che può sfruttare i vantaggi di una rosa forse più profonda e predisposta a più mutazioni e soluzioni.

L’ex manager del City ha usato solo 3 giocatori per più di 1000 minuti, vale a dire Handanovic, sempre presente, Medel e Perisic, che però più di qualche volta si sono accomodati in panchina. Sono invece 11 gli azzurri ad aver scollinato questa soglia, per l’appunto un’intera formazione tipo. Se si analizza il dato in percentuale, considerando i giocatori che hanno giocato più del 75% dei minuti disponibili finora, la forbice rimane molto ampia tra le due compagini: 9 sono infatti i napoletani presenti, mentre l’Inter ai tre già citati aggiunge il solo Murillo.

Quest’ultimo dato consente un confronto con le capoliste degli altri campionati europei, alle prese con un numero di partite spesso superiore per inizi di stagione anticipati e alcuni match di coppe nazionali già disputati. Da questo panorama si evince come Sarri si avvicini più all’idea di Guardiola al Bayern Monaco, che ha già 8 giocatori sopra il 75% dei minuti sin qui a disposizione, mentre Mancini ha in Luis Enrique un esempio, dal momento che l’ex giallorosso ha solo Suarez, Neymar, Busquets oltre tale soglia. Probabile che abbia influito anche l’infortunio di Messi, ma la sostanza del discorso non cambia. Anche Laurent Blanc si allinea  a questa scia di pensiero e azione, con il solo portiere Trapp e Thiago Silva utilizzati nella quasi totalità dei minuti giocati. Una via di mezzo invece per Pellegrini del Manchester City, che di giocatori oltre il 75% ne ha 6, una giusta via di mezzo tra due poli opposti.

A fine stagione vedremo quale di queste strategie avrà pagato di più, consapevoli però del fatto che tutti questi allenatori hanno in mente la loro ossatura perfetta e più affidabile.

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