Editoriale – A Napoli e in Italia è aria di successo assicurato, ma la Roma insegna…

Non c’è nulla da fare. Non passa più giorno in cui giornali, radio, televisioni e personaggi dello sport più o meno di parte non dichiarino come l’attesa sfida di lunedì sera possa sancire il trionfo della vera principessa del calcio, il Napoli di Sarri, a discapito dell’Inter di Mancini, una sgualdrina brutta e indecorosa intrufolatasi senza permesso in un lussuoso ballo di corte. Quest’oggi ha colpito in maniera particolare il titolone del Corriere dello Sport sparato senza remore e timore in prima pagina, “Il calcio vota Napoli”.  Il risultato è frutto di un sondaggio tra 50 esperti del mondo del calcio, ma appare evidente la volontà di far trasparire il messaggio secondo il quale c’è solo una delle due compagini che, più dell’altra, merita di vincere l’imminente e insolita sfida-scudetto.  Colpa dell’ondata estetica, legittima per carità, che ha travolto il nostro paese negli ultimi anni. In quella che è stata ed è tuttora la patria di Trapattoni, tutto è diventato subordinato in funzione dello spettacolo. Se non lo fai, o almeno, lo fai a tuo modo, non sei ben apprezzato e non meriti ciò che ottieni. Renica, ex giocatore del Napoli dell’era “maradoniana”, ha sostenuto come non possa finire diversamente se non con una vittoria da parte di chi fa calcio contro chi non lo fa. In attesa di capire se l’Inter è diventata una nuova squadra di cricket, le varie Radio Marte, Radio Kiss Kiss e altre stazioni radiofoniche locali sono state invase da un’ondata di pronostici quasi tutte recitanti lo stesso copione, vittoria scontata del Napoli. All’Inter non è bastato smettere di vincere solo per 1 a 0 per riguadagnare un minimo di credibilità presso agli addetti ai lavori.

Che poi il Napoli sia il logico favorito è comprensibile: gran calcio, striscia aperta di imbattibilità e risultati positivi, fattore San Paolo, ottimo momento di forma dei suoi uomini migliori. Ciò che suona strano è la poca attenzione di cui gode la truppa di Mancini, della quale si sono evidenziati i difetti oltre ogni misura, al di là dei risultati ottenuti. Anche i bookmakers lasciano poche chance all’Inter, le cui quote di vittoria si aggirano addirittura  attorno al 5.00. Più che uno scontro diretto ad alta quota, una sfida tra una pretendente scudetto contro un’aspirante alla più tranquilla delle salvezze. Eppure, anche alla vigilia della gara contro la Roma l’atmosfera era la stessa negli ambienti della Capitale: la comune convinzione di mettere fine ai sogni di gloria dell’Inter era evidente, la superiorità rimase a parole ed evaporò assieme alla testa della classifica e alle certezze dei giornalisti radiofonici giallorossi. Sarri è troppo intelligente per cadere in questa trappola, sa di dover temere l’Inter e preparerà l’incontro con la sua dovizia di sempre, non tralasciando nulla al caso e caricando i suoi più del solito. E’ infatti ghiotta l’opportunità di prendersi per la prima volta il primato e di affermarsi, non più a parole, come prima potenza italiana in maniera inequivocabile, parole a parte. Il divertimento sta tutto fuori, in quel continuo sfottersi tra le parti, nella presunzione di possedere l’unica verità possibile, nella certezza di sapere e capire tutto e poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, nella speranza di godere ancora una volta sotto i baffi. Non è forse ciò che rende queste partite ancora più belle, desiderate e dal sapore particolare?

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