Kondogbia: finora decisivo solo con il Torino, per il resto prestazioni ancora altalenanti. Anche ieri sera…

Nella sfida contro il Torino l’acquisto top del mercato estivo nerazzurro aveva finalmente fugato ogni dubbio sulle sue qualità, sul suo valore e si pensava anche sul suo ambientamento al nostro campionato. Difficile, tattico e diverso da tutti gli altri. Geoffrey Kondogbia aveva dimostrato anche carattere e personalità. Contro i granata il gigante francese aveva fatto valere il fisico ma anche lo smistamento di palla era stata buono e numerose erano state le incursioni palla al piede e testa alta. Il gol era stata la ciliegina su una prestazione maiuscola.

Ieri con un’Inter a tratti spettacolare, come dimostrano le azioni che hanno portato ai gol e le numerosi occasioni sprecate, Kondogbia ha spesso latitato. Lo specchio del numero 7 contro il Frosinone recita: Tiri in Porta 0, Tiri Fuori 1, Falli Commessi 2, Falli  Subiti 3, Occasioni da gol 0, Dribbling Riusciti 0, Dribbling Sbagliati 0. E poi tanti, troppi palloni persi. Contro squadre di maggior livello tecnico errori come quelli di ieri possono provocare rischi ben più elevato, con tutto il rispetto per la formazione di Stellone.

Decisamente troppo poco per un giocatore del suo valore. Ma quello che ha irritato è stata la mancanza di personalità, di grinta, di concentrazione del francese. Le troppe palle perse in una zona nevralgica come la trequarti o la mediana, i numerosi stop sbagliati denotano una superficialità ed una timidezza imbarazzanti per un giocatore del suo livello.

Un eterno immaturo, timido e in perenne attesa di ambientamento l’Inter l’ha già avuto e per troppo tempo. Il gigante serviva proprio per sostituire un eterno maturando come Kovacic con un giocatore pronto di testa, di fisico e di piede. Kondo deve essere la diga a centrocampo che rompe le trame di gioco avversarie, si impone fisicamente, alza la testa, la smista a chi della qualità fa oltre che una virtù, un dogma e possibilmente si inserisce da dietro.
Per fare ciò, mancanza di concentrazione e timidezza non sono previste e soprattutto non possono essere (più) ammesse.

Dal numero 7 Mancini e tutti i tifosi si aspettano di più. Dal canto suo deve per primo credere in sé stesso e dare di più. I mezzi ce li ha tutti. Ciò è una necessità per il proseguo di stagione dell’Inter e soprattutto un dovere per un giocatore che è stato comunque pagato 30 milioni di euro o poco più. Adesso tocca a te, Geoffrey. 

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