Facchetti Jr: “Mio padre era abile ad imparare dai migliori”; Corso: “Herrera non un gran tattico. Problemi per il Pallone d’oro? Se l’ha vinto Cannavaro…”

Questa sera a Milano, presso la Fondazione IRCCS dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si è tenuto un incontro per parlare della Grande Inter, organizzato dall’Inter Club Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Assenti Suarez e Bedin, hanno partecipato Mario Corso e Gianfelice Facchetti, i quali hanno intrattenuto la platea con aneddoti e curiosità. SpazioInter era presente con il suo inviato Mattia Cavalleri.

Come faceva giacinto ad imporsi?

Corso: “Inutile giudicarlo come uomo ormai hanno già detto in tanti. Come calciatore per me è un divertimento. Giocava nella mia zona e sapevo che se la passavo di lì c’era sempre lui. Ha dato tutto all’Inter fino alla fine. Un grandissimo personaggio.”

Non ha avuto nessun problema con allenatori o compagni, tu ne conosci qualcuno?”

Facchetti: “Era un uomo quindi aveva simpatie e antipatie però era molto diplomatico. Con Fabbri si sentiva frenato. Non poteva correre come piaceva a lui. Solo coi compagni parlava di aneddoti, con noi era un po’ timido ma soprattutto non voleva farci sentire il peso di quello che aveva fatto.”

All’interno dello spogliatoio con chi aveva più feeling?

Corso: “Il grande rispetto per tutti era verso Picchi. Picchi era il vero allenatore, Herrera contava meno di Picchi.”

Facchetti: “Ricordo bello con Picchi. Nel Mondiale del ’66 sciagurato per l’Italia. Papà era in camera, Picchi che era come inviato andò a consolarlo. È stato un bellissimo ricordo per papà. Il tuo capitano che viene consolarti è bellissimo.”

Il periodo più brutto?

Corso: “La settimana in cui perdemmo con Celtic e Mantova.”

Facchetti:“Quella settimana fu pesante ma fu un ciclo vittorioso lungo e duraturo.”

Rapporto Facchetti-Suarez?

Facchetti: “Mio padre è stato buttato in mezzo ai grandi, e trovarsi davanti un pallone d’oro vuol dire tanto. Papà aveva la capacità di imparare da chi poteva insegnargli cose che lui non sapeva fare. Suarez era l’architetto e Corso geometra.”

Corso:Lui scherzava ma quando entravamo in campo cambiava tutto. Suarez se gli sbagliavi il passaggio ti mandava a quel paese.”

Stipendi erano diversi tra voi?

Corso: “Era normale che un pallone d’oro prendeva di più. Ma erano più alti in maniera giusta.”

C’è un giocatore in cui tuo padre si rivedeva?

Facchetti: “Le simpatie erano diverse, si avvicinava ai giocatori che avevano più bisogno. Ad esempio con Adriano, papà cercava di comportarsi come un padre. Lo pesava alla mattina, cercava di stargli un po’ addosso.”

Corso: “Angelo Moratti è stato uno dei migliori presidenti che ci sia stato. Veniva alla Pinetina e sapeva mettere la carica.”

Facchetti ha dovuto abbandonare l’incontro poi per un impegno personale.

Rivalità più con Juve o Milan?

Corso: “Direi la Juventus, è giusto che la si odi.”

Punizioni viene in mente Pirlo, ora però le traiettorie sono diverse, prima erano più difficili?

“Erano indubbiamente più difficili, ma se non hai il piede non fai quello che fa Pirlo.”

Allenatori passati?

“Herrera grande carisma ma a livello tattico scarso.”

Poche presenze in nazionale come mai?

“Ho avuto un brutto rapporto con gli allenatori e non avevo rapporto coi giornalisti…”

Nessuno della grande inter ha vinto il pallone d’oro, come mai?

“Se il pallone d’oro arriva a vincerlo Cannavaro, qualche problema c’è”

Addio dall’Inter

“Sono andato via per volontà di Herrera! Voleva far vedere chi comandava! Io sarei rimasto all’Inter fino a 90 anni!”

Ricordo di Puskas e di Stefano

“Eravamo terrorizzati, fortunatamente erano quasi arrivati al traguardo. L’impatto è stato scioccante”

Bellissimo pensiero di Corso: “Ringrazio tutti! Ho un sogno: spero di tornare l’anno prossimo e di trovare questo istituto vuoto”

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