La difesa è (ancora) un muro: l’arma in più dell’Inter di Mancini

Dopo una stagione disastrosa, specialmente a livello difensivo, Mancini ha improntato la sua Inter 3.0 come un bunker in cemento armato, probabilmente, dopo aver sentito uno dei più vecchi detti sul nostro campionato: in Italia vince chi prende meno goal.

Fino ad ora la sua nuova creatura gira, il bunker regge, ed i risultati sono i più rosei. Tolta la debacle contro la Fiorentina, 4 goal subiti in un solo match, peraltro partita decisa da episodi fondamentali dopo tre minuti di gara, i nerazzurri hanno subito solo 4 reti in 11 giornate, numeri che non si vedevano da anni ad in casa Inter. Merito di ciò sicuramente va a Mancini, che ‘si è fatto comprare’ giocatori fantastici, scelti espressamente da lui, che stanno ripagando la fiducia con prestazioni super, come Miranda e Murillo, che a parte piccole sbavature attribuibili comunque alla poca esperienza di uno (Murillo) e ad una fase di adattamento nel campionato italiano per entrambi, difensori che arrivano dalla Liga, campionato tatticamente diversissimo dal nostro.

Un’altra nota positiva la si può trovare oggi dal match con il Torino; nell’anticipo dell’ora di pranzo i nerazzurri si sono schierati con la difesa a tre ed un centrocampo a cinque, con esterni D’Ambrosio e Nagatomo, giocatori rigenerati nelle ultime due partite dal tecnico jesino, ed il risultato non è cambiato, attacco cinico, e dietro bunker, protetto alla porta da Samir Handanovic, che, togliendo anche per lui la serata nera contro la viola sembra tornato a livelli impressionanti. Se la squadra riuscisse con questo equilibrio dietro a creare di più davanti, non ci sarebbero più limiti alle ambizioni stagionali, e il terzo posto sarebbe accontentarsi a quel punto.

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