Felipe Melo rallenta dopo il boom iniziale, dove sono i problemi?

Felipe Melo era subito entrato nel cuore dei nerazzurri: prestazioni a tutto tondo nelle sue prime uscite con la truppa di Mancini, condite da quantità e qualità. Molti, non convinti del suo probabile arrivo in estate, erano stati subito pronti a dare atto all’ex manager del City, che a lungo aveva reclamato l’arrivo del brasiliano reduce dall’esperienza turca del Galatasaray. Lui era il giocatore adatto per dare vigore fisico, resistenza e tempra ad una squadra troppo fragile nella stagione passata, abituata a sciogliersi come neve al sole alla prima difficoltà. Non solo quantità, però, ma anche quella capacità di dettare gioco e manovra che il cileno Medel non possiede in tutta la sua aggressività e tenacia combattiva.

Nelle ultime uscite il brasiliano non è riuscito però a brillare come nelle partite settembrine, perdendo molto sia dal punto di vista fisico, che da quello tecnico. Il giocatore, va detto, è forse vittima della fama da cattivo che si è lasciato dopo le esperienze in chiaroscuro tra Fiorentina e Juventus e paga questo curriculum non invidiabile con molta severità da parte degli arbitri nei suoi confronti. Il giocatore, che ha rimediato la prima espulsione ieri sera, ha finora preso un cartellino giallo ogni 121 minuti, un dato esorbitante che mai gli era capitato in carriera. Segno di una predisposizione negativa degli arbitri verso di lui? Forse, ma probabilmente ciò è anche dovuto al fatto che il brasiliano è apparso in affanno ultimamente, annaspante e meno gladiatorico. Anche dal punto di vista della regia, non si sono viste grandi giocate e non è riuscito a vestire i panni del leader. Con Medel la squadra soffre di un deficit tecnico, ma anche con i vari Brozovic e Kondogbia le cose non sono andate meglio, così come testimoniato dalla partita di ieri.

Dopo la squalifica Mancini lo riproporrà di sicuro. Sarà un uomo più fresco e più riposato. Riuscirà a ridestare l’impressione positiva emersa nelle primissime giornate? La speranza è di sì, anche perché lo stesso Mancini ha preteso un investimento importante verso di lui.

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