GdS – La Champions è un obbligo, la richiede il bilancio dell’Inter

Non è Roberto Mancini né i tifosi a chiedere all’Inter l’ingresso in Champions League, è il bilancio approvato dall’assemblea dei soci a sperare nei nerazzurri ai primi tre posti vista la perdita di 74 milioni registrata nell’anno 2014/15.

Un perdita, secondo La Gazzetta dello Sport, che analizzata con i dati dopo l’operazione di conferimento del ramo d’azienda a Inter Media e Communication, parla di un passivo di 140,4 milioni, in netto peggioramento rispetto al -102,4 dell’precedente anno.

L’operazione, attuata da Goldman Sachs per il rifinanziamento del debito da 230 milioni, spiega il passivo con la distribuzione del dividendo di 78,8 milioni da parte di Inter Brand e di tutte le modifiche che tra Fc Internazionale e gruppo Inter che fondamentalmente si annullano, in quanto non vengono realizzate, pertanto il bilancio consolidato al 30 giugno 2015 presenta un deficit patrimoniale di 137,2 milioni e una perdita consolidata di 140,4 milioni.

Il peggioramento dipende da oneri non ricorrenti registrati nello scorso esercizio, basti pensare che 21,3 milioni sono retribuzioni dello staff tecnico precedente e di giocatori non più rientrati nel progetto tecnico, di 10,5 milioni di rischio di credito dal contenzioso Fifa per Alvarez e svalutazione di giocatori ceduti a un costo inferiore al valore residuo, da Taider a Hernanes, compreso il milione e 200 per Vidic infortunato. In più vi si aggiungono i 6 milioni di multa per il fair play finanziario non rispettato e cosi arriva il motivo di appesantire il più possibile l’esercizio in corso, ora che fuori dai radar Uefa l’Inter ha più libertà.

Senza Champions non arriverebbe quella liquidità pronta per il salto di qualità, anche perché contro i nerazzurri ci sono i tanti pagherò con impegni futuri per 52 milioni, arrivando fra le prime 3 non solo sarebbe un successo ma si tirerebbe un sospiro di sollievo economicamente.

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