GdS – A casa di Jovetic tra bei voti e il sogno del Montenegro

Qualificazioni dell’Euro 2016 ancora incentrate su Stevan Jovetic e la sua presenza con l’Austria, La Gazzetta dello Sport ha seguito il talento del Montenegro fino a casa sua, dove ritrova il vecchio idolo, Dejan Savicevic.

Il Genio, come era soprannominato il numero 10 del Milan, sdrammatizza subito dicendo che gioca di sicuro perché gliel’ha detto Mancini, mentre Jovetic fa cyclette al FAM training camp e poi si limita ad una corsa leggera, preludio al massimo di una sua presenza in panchina.

Jovetic è tranquillo, Mancini gli ha detto di ascoltare il suo corpo ed in base a quello di sentire che fare, per il Montenegro la doppia sfida con Austria e Russia rappresenta un sogno, quello di Stevan che si ritrova a casa, tra i discorsi della direttrice di scuola Marjana Papic, maestra alle elementari di JoJo: “Aveva bei voti perché era il più bravo di tutti, un mix tra il quieto e l’irrequieto. Non finì la scuola perché poi andò a Belgrado, qui facciamo nove anni di elementari, lui ne fece otto. Un giorno facemmo la maratona scolastica e vinse ovviamente lui“.

Nella zona che si spalma su Bulevar Veljka è cresciuto il talento calcistico anche di Savicevic, oggi presidente della Federcalcio del Montenegro, in un quartiere dove Jovetic, si sussurra, un giorno aprirà una scuola calcio, vicino alla sede del Mladost, il club che dal 2000 al 2003 ha fatto crescere JoJo e che ieri ha ricevuto una donazione di 10 mila euro da parte dell’interista.

La formazione dettata dal c.t. Brnovic è ancora in dubbio, i titolari in avanti saranno Vucinic, Beqirai e Mugosa ma, aggiunge l’allenatore, “Ricordo la partita di andata in Austria, Jovetic entrò dalla panchina e cambiò tutto. Tutti vorrebbero Jovetic in campo, però vediamo, se ci sarà una minima possibilità lui giocherà perché ci tiene moltissimo“.

Neanche la previsione di Mirko Vucinic su Inter-Juve: “Vince la Juve“, distoglie lo sguardo dal numero 10 interista, troppo importante nelle gerarchie di Mancini ma anche, e sopratutto, troppo importante per il sogno del Montenegro.

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