CdS – In Serie A è allarme Made in Italy, solo 189 gli azzurri finora impiegati. L’Inter..

Ci sono sempre meno italiani sui campi della nostra Serie A. Questo è l’allarmante monito che arriva dalla FIGC e che preoccupa ovviamente moltissimo sopratutto in chiave Nazionale. Il trend è ormai consolidato da anni, ma più passa il tempo più la quota di italiani in Seria A scende, il che non farà sorridere di certo il ct azzurro Antonio Conte in vista degli Europei del 2016.

Il Corriere dello Sport evidenzia di come su 442 giocatori scesi in campo finora nel nostro campionato, solamente 189 siano italiani, con una percentuale quindi del 42,8%. Netta è la flessione con il recente passato, visto che lo scorso anno la percentuale di azzurri si attestava sul 44,9% e due anni fa sul 45,6%. Il confronto con le stagioni passate però va anche rapportato alla diminuzione generale delle rose di Serie A, passate a 25 giocatori. Se infatti la scorsa stagione furono 574 i giocatori impiegati, quest’anno sono solamente 442. Un dato da tenere in considerazione ma che non giustifica la penuria di connazionali nel nostro campionato.

Passando in rassegna i dati delle varie squadre ci si accorge di come la percentuale di italianità sia tendenzialmente più alta nelle piccole rispetto alle big, con qualche eccezione. Il primato in negativo di meno italiani in campo è detenuto dall’Inter, ormai da anni protagonista in questo senso, con una percentuale del 9,1%. A seguire abbiamo la Roma con il 16% e l’Udinese con il 18,2%, l’unica squadra non di vertice ad avere un numero di italiani impiegati così basso. Tra le big stupisce sicuramente il Milan, che con 54,5% è sicuramente la squadra di prestigio con il più alto numero di nazionali utilizzati finora. Tra le piccole invece, e in generale tra tutte le squadre di Serie A, è il Sassuolo ad avere la percentuale di Made in Italy impiegato più alta, con un bel 85%, seguito poi dal Frosinone con il 73,9%.

Non poteva mancare in tal senso, l’intervento del presidente federale Carlo Tavecchio che in merito alle critiche sulla nuova riforma delle rose italiane imposta dalla FIGC, ha così commentato: “La riforma delle rose in Serie A ha l’obiettivo di dare stabilità all’intero sistema riducendo i costi gestionali. Un effetto positivo l’ha prodotto: nelle rose di Serie A sono aumentati gli italiani e sono stati ceduti all’estero più stranieri di quanti ne siano stati importati. Ovviamente poi la palla passa in mano agli allenatori, sono loro a decidere chi fare giocare e chi no. La Federcalcio di certo non può imporre ai club di far giocare gli italiani, sarebbe un atto discriminatorio. Il nostro problema è sia tecnico che qualitativo: c’è la necessità di formare calciatori italiani giovani e forti, che si guadagneranno minuti sul campo appunto per le loro qualità. Sono convinto – prosegue Tavecchio – che con questa riforma e altri provvedimenti che arriveranno, i nostri club, anche quelli più blasonati, troveranno più conveniente puntare sugli italiani“.

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