CdS – L’Inter e il cinismo, quando l’1-0 rappresenta la partita perfetta: Prandelli e Ranieri dicono la loro

L’Inter si scopre cinica: 5 partite, 4 vittoria per 1-0 e una vittoria per 1-2. Vittorie sempre un po’ stentante, con gioco e non, attaccando non in maniera travolgente, realizza poco ma agli altri lascia ancor meno. L’Inter ha una difesa davvero forte, e un centrocampo con tre giocatori fisici e di movimento.

Come scrive l’edizione odierna del Corriere dello Sport, questa squadra non sembra allenata da un ex fantasista come Mancini: un gioco del genere ce lo si poteva aspettare da Trapattoni, un mediano, ma da Mancini no. Il Barcellona ha ammaliato un po’ tutti, tutti vogliono in bel gioco, ma l’Inter ricorda a tutto che anche la concretezza è una qualità fondamentale.

Prandelli dice: “Nessun allenatore prepara una partita per vincere col minimo scarto, però ci sono degli aspetti su cui un tecnico può lavorare più di un altro. Se si gioca contro un avversario che si chiude bene, punta sui calci piazzati e, una volta segnato, organizza una difesa attenta. Prendiamo la gara del Milan a Udine. Quando una squadra va negli spogliatoi con 3 gol inconsciamente pensa di aver già vinto e un po’ molla. E quando gli altri si fanno sotto con 2 gol come ha fatto l’Udinese diventa difficile rientrare in partita. Con l’1-0 questo rischio non esiste, la tensione è sempre altissima, sia in campo che in panchina. Fra un po’ nessuno ricorderà che l’Inter ha vinto 4 partite per 1-0, ricorderà solo che ha vinto. Vedrete che tra un po’ di tempo nessuno ricorderà che l’Inter ha vinto 4 partite per 1-0, ricorderà solo che ha vinto“.

E qui viene in mente una frase del Trap che diceva: “Nell’almanacco è scritto il nome di chi ha vinto, non di chi ha giocato bene ma è arrivato secondo“.

Anche Ranieri, attuale tecnico del Leicester, la pensa così: “Sono d’accordo con Prandelli, non si prepara mai una partita pensando di vincere con una rete di scarto. Il gioco migliorerà presto, ne perché quando i risultati ci sono, in settimana si lavora meglio. Quanto alla tensione, per un allenatore non cambia il risultato: 1-0, 2-0, 3-0, la testa rimane sempre lì, sulla partita“.

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