Editoriale – Un messaggio in silenzio per tutti

5° round del campionato italiano, 15 punti, 1 gol incassato, squadra più alta della Serie A, squadra tra le più giovani della Serie A, 4° 1-0 e quinta vittoria con un gol di scarto.

Si può migliorare? Sì, si deve migliorare. Ma probabilmente arriveranno anche i progressi di testa e di gioco.
Al momento però, in silenzio, senza clamori, senza strilli e senza battute magari in stile Galliani, la banda di mister Mancini ha lanciato un messaggio. Chiaro, netto e deciso: l’Inter c’è e darà fastidio a tutti.

Un primo tempo un po’ troppo compassato, ma le difficoltà di giocare e soprattutto di aprire una squadra chiusa ermeticamente che difendeva con 11 uomini era piuttosto evidente.

Nella ripresa, forse dopo una strigliata in Mancio-style, i nerazzurri, soprattutto nei primi 25 minuti hanno dato dimostrazione di forza, grinta, quasi rabbia e tecnica decisamente prorompenti ed il Verona, dopo aver colto una traversa nell’unica azione d’attacco, è andato in difficoltà, sul pressing, le giocate e la voglia dei nerazzurri.

Un buon Ljajic anche se un po’ ad intermittenza, uno straripante Melo, un attento Medel ed un Icardi pronto a sacrificarsi su tutti i palloni hanno condotto i nerazzurri al vantaggio ed alla vittoria. L’Inter ha sprecato ottime palle gol per chiudere la partita anzitempo e non far tremare i propri tifosi ma al DNA non si comanda: è Pazza Inter.

C’è da lavorare e migliorare sotto diversi aspetti ma il messaggio è chiaro e forse questo volta è arrivato a tutti: Sotto a chi tocca, lo Show è appena iniziato. Due notizie da sottolineare, che forse daranno comunque modo di scrivere editoriali e consumare inchiostro per la solita stampa critica verso i nerazzurri: Jovetic è entrato, ha incantato ma ha perso un pallone. Stesso discorso vale per Felipe Melo: ha segnato, ha lottato ma ha perso un pallone. 

Come ha giustamente detto Mancini: “L’Inter non ha ancora fatto niente…”, ma sembra sempre più il direttore dell’orchestra pronto ad iniziare lo spettacolo con la sua banda. E siamo solo all’inizio.

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