Editoriale – C’è chi parla e chi… vince!

Per i nerazzurri non può mai esserci pace e serenità, o almeno così pensa (o pensano per lei) la stampa ed una gran fetta dei media.

La macchina del fango, del sospetto, “prostituti intellettuali” (come direbbe Mourinho), o semplici polemici (non polemisti!) di professione.

Il risultato non cambia: la società di Corso Vittorio Emanuele non può e non deve stare tranquilla.

La notizia: prima ancora dell’ufficialità data dai diretti interessati, sembrava assodato l’addio di Marco Fassone  dalla società nerazzurra. Nulla di più, nulla di meno.

La maggior parte dei tifosi interisti sarà sobbalzata sulla sedia. Fassone chi? Quello della maglietta: “Meglio un anno senza tituli che una vita da Ridiculi (scritto a caratteri nerazzurri)”? Fassone chi? Il dirigente contestato ad oltranza dalla Curva Nord e da moltissimi tifosi? Sì, proprio lui.
Ed un sospiro di sollievo, un ringraziamento per il lavoro svolto e la speranza di un dirigente a tinte nerazzurre ha pervaso menti ed animi di milioni di tifosi.

Di milioni di tifosi sì, ma della stampa proprio no.

E allora giù a dire che nell’Inter non c’è pace, che saranno stati gli acquisti sbagliati, che non andava d’accordo con Michael Bolingbroke, che Fassone ha speso troppo ed intascato troppo poco, che nella società c’è guerra tra morattiani e thohiriani e molto altro.

Perchè non bastava criticare il Presidente per incapacità ed ignoranza calcistica, perchè il magnate ha risposto mettendo in organico fior di professionisti, ridando slancio al cuore ed all’interismo con il ritorno del Drago Stankovic e con la “scuola” fatta fare all’eterno capitan Zanetti. Non bastava parlare della “tirchieria” del presidente, perchè ha sempre risposto presente nel momento del bisogno. Hanno provato a criticare il mercato in entrata, ma questo è stato semplicemente magnifico, allora quello in uscita, ma anche in questo caso si può solo ammirare la capacità della società e dell’interissimo Ausilio, non Moggi, ma Ausilio.
Per la cronaca il bilancio dell’Inter a fine mercato portava il segno +.

Non basta mai, perchè mai ci deve essere serenità, tanto più se i risultati danno ragione ai nerazzurri.

Come non ricordare, oltre al titolone per la vittoria, il bel titolo grosso ed evidente che richiamava la possibilità che il Principe Milito, il re dell’unico Triplete di una squadra italiana, poteva andar via con destinazione Madrid.
Giusto così per inquinare un po’ la magia del momento, non per dover di cronaca, perché sarebbe bastato un trafiletto in 16esima pagina.

Noi lo sappiamo e non dimentichiamo.

E per citare un Ibrahimovic, versione Mancini 1.0: “Voi parlate, noi vinciamo!”.

Solo così si può rispondere agli imperi mediatici.
Ora a Mancini l’arduo compito.

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