Senza Paura, il cambio di mentalità nerazzurra

Parliamoci chiaro, non ci rifacciamo alla nota canzone di Ligabue, ma ad una frase che nel ritiro 2015/16 dell’Inter era come il pane quotidiano per i calciatori: “Senza Paura! Senza Paura! Giochiamo la palla Liberi e Veloci!”. Così Sylvinho urlava negli allenamenti di Brunico, testando la difesa, sistemando i movimenti collettivi e aumentando la sintonia tra i vari giocatori. Ma, evidentemente, non era e non è solo un allenamento tecnico.

L’ex terzino sinistro, che con la maglia del Barcellona ha vinto tutto quello che c’era da vincere, ha insistito con questi concetti ogni giorno del ritiro in Trentino per dare una scossa a dei giocatori che mentalmente erano imbambolati da troppo tempo. Tutti ci ricordiamo il labiale di Mazzarri in panchina durante Inter-Cagliari dello scorso anno: “Non abbiamo le palle”. Lo stesso Mancini, durante l’arco della scorsa stagione, sebbene difendesse a spada tratta i suoi uomini, affermando che non aveva mai avuto un gruppo così rapido nell’apprendere i suoi voleri in campo, spesso finiva, dopo meste prestazioni domenicali, a riscontrare una mancanza più che tecnica mentale-carismatica.

Più volte abbiamo ribadito come in queste prime tre gare ufficiali si sia visto un deciso cambiamento soprattutto dal punto di vista psicologico. Partite come quella di Carpi, ma le stesse due sfide giocate in casa contro Atalanta e Milan, l’Inter di 365 giorni fa le avrebbe perse o pareggiate senza reti, lasciando l’amaro in bocca ai propri sostenitori, oltre che agli addetti ai lavori.

Se per la difesa Sylvinho si dannava l’anima, per l’attacco Mancini aveva solo un diktat: “Vai in gol!”. L’ha ripetuto e ripetuto ai suoi uomini, provando schemi e movimenti offensivi. Vai in gol, non pensare troppo, vai in porta e tira. Così l’Inter ha, in queste prime uscite, un’elevata percentuale di attacco alla porta (81%). E non è esattamente un caso.

Senza dubbio, poi, ha inciso l’arrivo di numerosi giocatori particolarmente carismatici, abituati a giocare partite e a tenere palloni caldi tra i piedi. Esemplare, al fine di tutto questo discorso, l’azione del gol decisivo nello scorso derby: tutto parte da un rinvio corto di Handanovic verso Kondogbia, subito pressato dagli avversari ma che, rispetto al pubblico nerazzurro rimasto con il fiato sospeso, non è andato in panico e anzi ha saputo girare la palla verso Santon, il quale tutto libero in progressione ha servito Guarin, che ha trovato spazio aperto davanti a sè, lasciatogli dal movimento magistrale del capitano Icardi, potendo così battere Diego Lopez con un tiro a giro di sinistro.

La combinazione di passaggi che ha portato l'Inter al gol
La combinazione di passaggi che ha portato l’Inter al gol

Giocare senza paura, anche se si viene pressati, non avere la fretta, spesso cattiva consigliera, di liberarsi del pallone ma tenerlo tra i propri piedi e far partire l’azione.

Che dire poi del gladiatore Melo, che alla nostra domanda in conferenza di presentazione aveva risposto: “Io i tifosi nerazzurri li conquisto da oggi, ogni giorno, con il lavoro”. Il “Meazza” nerazzurro ha applaudito le gesta del brasiliano, è andata in visibilio quando lui e il figlio ingrato Balotelli non si son per poco azzuffati in mezzo al campo. Guerriero senza palla, guerriero anche con il possesso. Più volte, quando attaccato, l’ex Galatasaray ha dimostrato di poter reggere lo scontro con i vari avversari e di saper gestire la manovra dell’azione. Tutta una questione mentale, nel non avere Paura, giocare liberi e veloci, così come comanda Sylvinho.

Antonio Caianiello

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