Quella maglia numero 10 può far miracoli, far crescere in determinazione chiunque, quella maglia calza perfettamente a Stevan Jovetic.
Scrive La Gazzetta dello Sport che il migliore tra gli aspetti post Carpi è che l’Inter preparerà il derby da prima della classe, seppur dopo appena due partite, l’unica delle big a volare a punteggio pieno, con due gare risolte in extremis che in passato non sarebbero mai state vinte.
Lo fa con Jovetic, acquisto passato quasi in sordina rispetto ai nomi di Bacca, Mandzukic e Dzeko, ma che in realtà ha già portato 6 punti grazie alle sue invenzioni, in una squadra ancora con troppi pensieri e non completa visto le numerose trattative in corso.
Il Carpi non lascia vita facile all’Inter, dopo essersi difesa nel primo tempo Castori la rivolta mettendo Di Gaudio per l’ex Wallace che prende malamente il cambio e viene redarguito dai compagni, col 4-3-3 i nerazzurri hanno più pressione addosso e decidono di puntare su i singoli, la sciocchezza di Gabriel Silva che travolge Guarin in area regala poi il rigore che Jovetic segna, per il 2 a 1 definitivo.
L’Inter resta un cantiere aperto, un altro pezzo pregiato l’ha visionata dalla tribuna, quell’Ivan Perisic cercato per quasi 4 mesi e ora finalmente nerazzurro e pronto a vestire il 44 (voleva il 4 ma in casa Inter non si può), col croato che può regalare un attimo di incisività in più che ieri è mancata a Palacio sotto-porta e a Brozovic nella qualifica di erede di Kovacic che non ha convinto, quasi riprendendo dall’attuale giocatore del Real Madrid la poca voglia di prendersi responsabilità.
Spesso il trequartista lo fa Jovetic, uomo ovunque di questa Inter e senza Icardi la davanti il gioco appare meno semplice, Kondogbia è ancora in fase di adattamento alla Serie A, indietro più come preparazione mentale che fisica e si limita a lottare contro il muro del Carpi sperando che poi Medel recuperi qualsiasi cosa e che appunto questo Jo-Jo finora magico continui a segnare a ripetizione.