GdS – Kovacic, una cessione “salva bilancio”

I tifosi sono ancora disorientati dalla cessione Kovacic, magari quelli più giovani che vedono andar via il numero 10 non capiscono bene il motivo dello spostamento del Genietto di Linz, in realtà non si poteva dir no ai soldi del Real Madrid.

La Gazzetta dello Sport spiega il concetto della cessione di Kovacic in ottica bilancio, ricordando che a fine campionato si parlava di un necessario sacrificio per salvare o migliorare un bilancio sotto controllo dalla Uefa ed in estate il primo ragionamento è stato costruire un organico competitivo pronto per arrivare al tesoretto dell’ingresso in Champions League tentando di pagare nella maniera più dilazionata possibile.

Da qui l’operazione Kondogbia, unico acquisto a titolo definitivo, poi prestiti, persino biennali, con obbligo o diritto di riscatto per ritardare l’avvio degli ammortamenti, circa 70 milioni che prima o poi dovranno essere assolti.

La difficoltà più grande per Fassone e Ausilio è stata sistemare gli esuberi da cui si pensava poter ricavare almeno un buon tesoretto invece l’unica cessione remunerativa è stata Shaqiri per 17 milioni con una forzata mega-cessione con relativa plusvalenza per sistemare tutto, ecco perché è oro colato Kovacic e i 35 milioni più bonus che consentono di pareggiare il costo degli acquisti e fanno entrare denaro nelle casse nerazzurre.

I 35 milioni del numero 10 produrranno una plusvalenza di 28 milioni nell’esercizio in corso in quanto Kovacic è stato comprato per 14,6 milioni nel gennaio 2013 e con ammortamento residuo di 7 va a creare un salvagente in più per il fair play finanziario con la prescrizione imposta di un deficit massimo di 30 milioni nel 2015/16, un’impresa titanica per chi ha chiuso a -102 il 2013/14 e -90 circa l’anno successivo.

I dirigenti nerazzurri contano di entrare nei parametri Uefa proprio grazie a Kovacic anche per non far gravare altre operazioni su Thohir. Un tempo c’era Massimo Moratti che copriva tutto (quasi 1,3 miliardi investiti in 18 anni) ma con l’indonesiano si è cambiata marcia, con un Inter che deve essere autosufficiente a livello finanziario, cosa impossibile con lo squilibrio tra costi e ricavi.

Senza Kovacic entro Natale ci sarebbe dovuto essere un ulteriore innesto economico di Thohir con poche possibilità di rinforzamento della squadra sempre con l’imperativo di ritornare in Champions, in caso contrario ogni strategia di rilancio dovrà essere rivalutata.

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